Banco del Mutuo Soccorso. Un’idea che non puoi fermare

BMS-1Una voce che non puoi fermare, sicuramente un tributo a Francesco Di Giacomo, da dove nasce l’idea e come avete affrontato questo lavoro dopo la sua scomparsa?
Era logico che noi dovessimo abbracciare Francesco, quindi il primo obbiettivo di questo lavoro era quello parlare di lui, non soltanto come una delle voci più importanti del rock progressive italiano ed internazionale ma, soprattutto, ci premeva sottolineare il suo lavoro di autore. L’idea di invitare a partecipare a questo lavoro amici attori, per altro alcuni tra i più importanti del cinema e del teatro italiano, a fare delle letture d’autore dei brani che abbiamo scritto insieme ’70 e ’80 e ancora di quelli che ha scritto da solo, negli ’90 e 2000, ha fatto si che, dei lavori fatti dal Banco del Mutuo Soccorso, si avesse una visione d’insieme, di tutto il lavoro fatto insieme. Secondo scopo di questo lavoro, è quello di essere sia un punto di partenza, sia un punto di arrivo. Di partenza perché non credo sia arrivato il momento di fermarci dal raccontare la nostra storia musicale, e perché continuare è l’unico modo per tener viva l’idea che Francesco aveva dell’intero progetto BMS.

Cosa accade quando la musica del Banco del Mutuo soccorso incontra il teatro e gli attori che ne calcano i palchi?
Di solito quando una persona ascolta i brani di una rock band italiana, succede che dia più ascolto ai testi che alla musica, con questo lavoro abbiamo cercato di dare la stessa importanza sia ai testi che alla musica essendo entrambi gli aspetti ugualmente importanti dal punto di vista espressivo di un brano.
Allora, è successo che estrapolando i testi dalla musica, questi brani sono diventati immagine, sono diventati interpretazione degli stessi, siamo riusciti a tirare fuori tutta la forza evocativa dei brani del Banco, ed era quello che mi aspettavo. Quindi con la presenza di questi grandi artisti come Tony Servillo, Rocco Papaleo, Alessandro Haber, Giuliana De Sio, Franca Valeri, Moni Ovadia, Valerio Mastandrea, Giuseppe Cederna, non si è solamente fatta rilettura poetica con una nuova quinta sonora ma, la voce di questi grandi attori è diventata anch’essa musica, e la musica poi è cambiata. In alcuni brani ho fatto il Dj e ho usato dei pezzi campionati utilizzando anche molto l’elettronica, in altri ho usato un pianismo romantico e lirico, in altri ancora blues, un lavoro molto vario perché questo è stato anche il lavoro con Francesco. Inoltre per ognuno di questi brani ho cercato di immaginare una sceneggiatura cinematografica e ambientando ognuno, idealmente, in location diverse, ad esempio un brano come “Interno città” abbiamo pensato si potesse ambientare in una New York degli anni ’50 in un locale di notte con un sottofondo jazz. Quest’ultimo lavoro è stato fatto dalla Banco Factory che è una specie di incubatore di giovani talenti che si stanno occupando in modo particolare della video art legata ai brani.

I testi del banco sono spesso stati veicolo di protesta politica e denuncia sociale, che ruolo ha oggi la musica da questo punto di vista e in special modo la musica del BMS?BMS-2
Quando parliamo del termine politico, vorrei si facesse attenzione al fatto che è una parola che deriva da polis, e con questo termine si intende città, comunità, quindi se parliamo di politica in tal senso bene, ma non intendo politica in quanto partiti politici. La musica, da quel punto di vista, quindi al di fuori degli interessi di bottega, dei tesseramenti e dei partiti, quindi dal punto di vista di scelte di vita, di comunità, di vivere insieme, la musica prova ancora a comunicare e a raccontare. Il problema di tutto ciò che però noi proviamo a raccontare è l’appiattimento molto grosso intorno alla musica di consumo. La differenza con gli anni ’70 è che, anche all’ora c’era la musica di consumo, c’è sempre stata, ed è giusto che sia così, la musica non deve essere sempre impegnata ed impegnativa, è importante che la musica sia anche svago, leggerezza e che ci faccia anche riflettere, pensare e scegliere, all’epoca accadeva che la musica offrisse entrambe le possibilità. Oggi la musica che ti fa sognare, la musica che ti fa riflettere anche su argomenti che non conosci, la musica che ti aiuta a scegliere e a guardare le cose da altri punti di vista è tenuta ai margini della distribuzione mediatica e per la gente è divenuto difficile seguirla, se non durante i concerti che sono diventati l’unico momento.

Il 6 Dicembre salirete sul palco al gran teatro di Roma, come vi sentite?
C’è una grande e densa atmosfera, sarà un evento unico per il 2014 e salire sul palco senza Francesco sarà particolarmente emozionante, doveva accadere però e accadrà. Siamo pieni di attesa ed emozioni e si è scatenata una grande umanità, in atmosfera un po’ anni ’70, i fan si sono scatenati sul web, sarà un evento grande, suoneremo più di due ore. Ci saranno ospiti, la formazione storica si amplierà, ci saranno due trombe, un trombone, un sassofono e due percussioni, si aggiungerà mio fratello, Gianni Innocenzi, al pianoforte, Pierluigi Calderoni alla batteria, Maurizio Solieri chitarrista di Vasco Rossi, Cesareo chitarrista di Elio e le Storie tese. Sarà un concerto prevalentemente strumentale ma ci saranno altre due voci oltre la mia, quella di Angelo Branduardi e Jhon De Leo un giovane, secondo me, tra i più bravi della nuova scena vocale italiana. E poi i voice off di Franco Battiato e degli attori che hanno registrato con noi questo lavoro.

A febbraio parte il tour e so che avete già in preparazione da tempo un lavoro cominciato con Di Giacomo, un’Orlando furioso in versione rock ci vuoi anticipare qualcosa? Sia sul tour che sui progetti futuri del Banco?
Si partiremo per il tour con la nuova formazione e stiamo selezionando le voci che andranno ad interpretare l’Orlando furioso nella seconda metà del 2015. Saranno diverse le voci, quelle necessarie per interpretare al meglio l’opera e ad interpretare il repertorio storico della band, non più uno solo quello è stato solo Francesco. Saranno persone che dovranno dare valore aggiunto alla band, dal punto di vista artistico.

Wanda D’Amico for Backstage Press © Copyright 2013-14. All Rights Reserved

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