Carmen Consoli “L’abitudine di tornare”

Foto Carmen Consoli 1Una data tanto attesa e partecipata quella del 7 marzo al Teatro Augusteo di Napoli, ultima di ben quattro tour di cui tre nazionali (nei Palasport, estivo e teatrale) e uno europeo.

Primi ad entrare in scena, gli archi: Claudia Della Gatta al violoncello e il violinista Adriano Murania (primo violino del Teatro Bellini di Catania), poi la cantantessa: appare sul palco semplice come sempre, indossa gonna di pelle nera e un’elegante camicia a righe,  imbraccia la sua chitarra e, accompagnata dagli archi, intona una delicata Sud Est. “Buonasera Napoli!” saluta Carmen accolta da un caloroso applauso mentre la raggiungono sul palco gli altri musicisti: l’amico storico Massimo Roccaforte alla chitarra, Roberto Procaccini alla tastiera, Fiamma Cardani alla batteria e Luciana Luccini al basso, alle percussioni Valentina Ferraiuolo, tamburellista del progetto le Malmaritate, prodotto dalla Narciso Records.

In scaletta brani storici come Venere, Fiori d’arancio eseguita con un insolito arrangiamento minimal, Amore di Plastica e le colonne sonore L’ultimo bacio e Il pendio dell’abbandono fino alle canzoni dell’ultimo album come OttobreSintonia Imperfetta e Oceani Deserti. Poche parole tra una canzone e l’altra: Carmen preferisce parlare al pubblico con le sue  canzoni, senza parafrasare, fatta eccezione per qualche aneddoto divertente legato alle credenze popolari prima di intonare A’Finestra, all’affinità che da siciliana sente con la città partenopea, qualche battuta per introdurre  AAA Cercasi e un piccolo appello di sensibilizzazione relativo al fenomeno dell’immigrazione prima di eseguire  La notte più lunga. Un silenzio preferito a spiegazioni forse futili dal momento che le sue canzoni, soprattutto quelle dell’ultimo album, sono già molto chiare, dei piccoli documentari, specchi che riflettono la società del nostro periodo storico. Ad incorniciare lo spettacolo, un disegno di luci e  scenografia progettati da Paolo Fossataro: lo sfondo sfoggia una schiera regolare di cubi luminosi da cui sporgono piante come in un bosco fiabesco e, in più, fasci di luce provenienti da ogni angolo del teatro, sia dal palco che dalla platea, inondano il pubblico come per trascinarlo nel mezzo dello spettacolo. La staticità dei musicisti contrasta con le diverse atmosfere evocate proprio dai giochi di luce e studiate in base alle canzoni in scaletta: dal rock di Geisha, all’assolo di Valentina Ferraiuolo tra il pubblico per continuare con  Non volermi male accompagnata unicamente da Elena Guerriero al pianoforte e tornare ai grandi successi come Amore di Plastica e Parole di Burro. Per il bis, Carmen esegue  Questa piccola magia, scritta per il figlioletto Carlo e, a luci già accese, esce e rientra in scena una seconda volta, regalando al pubblico ancora una canzone, Confusa e Felice in duetto con Massimo Roccaforte, amico di una vita con cui ha realizzato il suo sogno di musicista, per il quale ha sentito il bisogno di esprimere pubblicamente l’affetto che prova nei suoi confronti, a seguito di anni di collaborazioni. Così in bellezza si conclude il tour “L’abitudine di tornare”, mentre noi, speriamo di rivedere presto Carmen in un altro dei suoi capolavori.

Tonia Cestari © Copyright Backstage Press. All Rights Reserved

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