Nome Artista: Juri Perin
Titolo opera: Pognana Lario
Ci racconti chi è Juri Perin?
Sono nato a Milano. Mi sono formato presso la scuola del Maestro Benito Trolese dove mi sono dedicato alla descrizione degli stati emotivi con il colore. Dopo una prima esperienza che tende a plasmare le emozioni della mente, sono approdato ad una seconda fase definibile “cubettismo” in cui l’emozione è descritta da frammenti di immagini che ne colgono gli spigoli, come in un sogno. A seguito del periodo della pandemia, caratterizzato da numerose chiusure forzate, la mia arte si è evoluta, unendo curvilineo e cubettismo come reazione ad un mondo forzato da regole che sembrano rinchiudere le persone in spazi angusti. Ho partecipato a mostre nazionali ed internazionali, sono stato inserito in diversi cataloghi d’arte, tra i quali l’Atlante dell’Arte Contemporanea De Agostini del 2021 e il Catalogo d’Arte Moderna n. 58 Mondadori.
L’arte di Juri Perin?
La mia arte è tesa a leggere le mie sensazioni, le emozioni e gli stati della mente, il mio vissuto del momento.
Il “cubettismo” è la modalità creativa che mi consente la rappresentazione delle dimensioni più intime e della realtà circostante. Essa si fonda su due fattori: la figura geometrica e il colore, con questi elementi posso trasmettere con immediatezza situazioni complesse. La figura geometrica è il cubo, ovvero il quadrato, che è il simbolo dell’elemento terra, dell’aspetto materiale, esso fornisce la parte strutturale della mia opera artistica. Il colore invece fornisce l’energia ed il carattere di ciò che sto rappresentando.
Talvolta, se la rappresentazione che sto creando è più concettuale e meno materiale, passo all’utilizzo della linea curva e del cerchio, che invece rappresentano l’aspetto più spirituale.
Ci parli dell’opera che è stata selezionata per la Sezione Arte 2023 di Casa Sanremo.
Pognana Lario rappresenta un luogo a me caro, dove ho speso tante vacanze con intimi amici e dove il tempo è sempre volato via leggero.
Per rappresentare Pognana ho riprodotto le piccole volumetrie delle case di paese e l’intrico delle stradine scoscese. Come punto di riferimento ho ricercato i campanili, la Strada Regia che taglia in due il nucleo centrale e la darsena.
I colori sono quelli dell’estate, forti e decisi, principalmente il giallo, il verde ed il blu che richiamano il sapore delle tante vacanze passate a fare il bagno nel lago e alla sagra degli gnocchi, nel caldo di agosto. Essi sono anche lo specchio del paesaggio locale in cui case e natura si mescolano.
Non c’è dramma o tensione, le linee sono dritte e definite, tese a rappresentare i bei momenti di rilassatezza estiva.
Alla luce del successo dell’edizione 2023 del Festival di Sanremo e del boom mediatico e culturale di Casa Sanremo, come giudica il binomio Musica e Arte? E quanto è importante sensibilizzare soprattutto i giovani alla Cultura?
Sono estremamente convinto che le arti si debbano fondere tra di loro per alimentare la creatività. Io credo che gli artisti si nutrano della propria arte, ma anche di quella che li circonda, di qualsiasi natura essa sia.
Per me il momento creativo è indissolubilmente legato alla musica, essa apre la mente e stimola allo stesso tempo le emozioni presenti e passate. Mentre dipingo ascolto musica di qualsiasi genere, dalla classica alla pop. In ogni genere è possibile trovare il proprio vissuto, le proprie emozioni e da qui costruire le immagini da rappresentare e scegliere i colori da utilizzare.
Credo che i giovani debbano accostarsi alle arti in quanto fucina di idee e leva per superare le barriere che spesso la realtà che ci circonda ci pone. L’arte ci pone davanti a noi stessi e ci obbliga a vedere che cosa siamo e che cosa vogliamo. Credo che per i giovani sia un passaggio necessario, uno stimolo per capire che cosa hanno dentro.