
E’ per questo che l’ho voluto curare molto nella produzione oltre che nella scrittura in sé….la scrittura è un fatto istintivo, di creatività pura che segue regole ben diverse dal lavoro che poi, a canzone pronta, è necessario fare su ogni brano. Lavoro che viene considerato sempre più, di questi tempi, superfluo. A me piacciono le belle produzioni, credo siano alla base di un bel disco.
Le 11 tracce che compongono “Tutto Il Resto Non So Dove” sono molto diverse tra loro.
C’è il rock più classico di “Quando Odiavo Roma”, “Il Mio Peggior Nemico” ed “Eva”, il rock che si avvicina in qualche modo a produzioni più pop di “Comprendi l’Odio” e “Tutto Finirà” e “Viola e Bordeaux” brani molto meno istintivi e pesati come “Immaginario” e “Le Cose Preziose” in cui le scelte di produzioni si sono rivelate decisive forse come in un nessun altro brano del disco. Poi rimane la parte più folle del disco con “Lo Stato Mentale” (unico brano se ci penso, in cui l’intento è in qualche modo di parlare di un argomento meno personale e più socialmente condivisibile volendo anche a livello politico…anche se non mi piace affatto il termine…ma tant’è…) brano immediato, violento, con un’attitudine punk sia nella scrittura che nella produzione, “L’ Incendio” una perla di paranoia e disagio nel testo rafforzato dal cambio continuo di tempo all’interno delle strofe, per esplodere poi in un ritornello in cui tutto torna quadrato, con la violenza con la quale esplode un incendio covato per troppo tempo.
Le 11 tracce che compongono “Tutto Il Resto Non So Dove” sono molto diverse tra loro.
C’è il rock più classico di “Quando Odiavo Roma”, “Il Mio Peggior Nemico” ed “Eva”, il rock che si avvicina in qualche modo a produzioni più pop di “Comprendi l’Odio” e “Tutto Finirà” e “Viola e Bordeaux” brani molto meno istintivi e pesati come “Immaginario” e “Le Cose Preziose” in cui le scelte di produzioni si sono rivelate decisive forse come in un nessun altro brano del disco. Poi rimane la parte più folle del disco con “Lo Stato Mentale” (unico brano se ci penso, in cui l’intento è in qualche modo di parlare di un argomento meno personale e più socialmente condivisibile volendo anche a livello politico…anche se non mi piace affatto il termine…ma tant’è…) brano immediato, violento, con un’attitudine punk sia nella scrittura che nella produzione, “L’ Incendio” una perla di paranoia e disagio nel testo rafforzato dal cambio continuo di tempo all’interno delle strofe, per esplodere poi in un ritornello in cui tutto torna quadrato, con la violenza con la quale esplode un incendio covato per troppo tempo.
Il disco si chiude con “Cannibale”, forse il brano meno catalogabile. Il testo contiene in sé il titolo del disco già nella primissima parte della prima strofa “giuro il mio corpo è qui con te, tutto il resto non so dove”. E’ un po’ un riassunto di quello che mi accade molto spesso, soprattutto quando parlo di musica, di cose inerenti alla mia musica, per cercare di dare un contesto terreno al tutto, succede che c’è come un’astrazione, in cui il mio corpo rimane ma tutto il resto va altrove. Ci tenevo ad avere il significato più importante per me stessa a chiusura e che l’ascoltatore in qualche modo fosse costretto a tirare le somme di tutto accorgendosi della presenza del titolo non in una title track ma in mezzo al testo di chiusura. Cannibale non poteva che stare alla fine, è troppo piena di tutto quello che c’è nel resto del disco. Scrittura libera, rock allo stato più embrionale nelle chitarre, nelle batterie, atmosfera sognante, l’unico pezzo suonato e registrato tutti insieme.
Il disco è stato prodotto e arrangiato da me e i miei musicisti, Daniele Fiaschi (chitarre), Andrea Palmeri (batterie), Simone De Filippis (synth, basso, ipad). Ma soprattutto da Stefano Bechini, in veste di supervisore, sound engineer, preziosissimo soprattutto in “Immaginario” (la scelta produttiva è per il 90% sua), in “Comprendi l’Odio” e “Tutto Finirà” (dove ha saputo togliere il sapore più pop italiano della scrittura per preferire una produzione decisamente più internazionale), ne “Le Cose Preziose” in cui ha saputo scegliere tutti i suoni in favore del testo e della voce.
L’altra persona che ha prodotto moltissimo nel disco è Simone De Filippis, già citato tra i miei musicisti. Ha curato molto i brani più rock arricchendoli nel missaggio di potenza.
Il mastering è stato curato da Fabrizio De Carolis che assieme a Simone e Stefano ha dato il tocco finale al tutto.
Il disco è stato prodotto e arrangiato da me e i miei musicisti, Daniele Fiaschi (chitarre), Andrea Palmeri (batterie), Simone De Filippis (synth, basso, ipad). Ma soprattutto da Stefano Bechini, in veste di supervisore, sound engineer, preziosissimo soprattutto in “Immaginario” (la scelta produttiva è per il 90% sua), in “Comprendi l’Odio” e “Tutto Finirà” (dove ha saputo togliere il sapore più pop italiano della scrittura per preferire una produzione decisamente più internazionale), ne “Le Cose Preziose” in cui ha saputo scegliere tutti i suoni in favore del testo e della voce.
L’altra persona che ha prodotto moltissimo nel disco è Simone De Filippis, già citato tra i miei musicisti. Ha curato molto i brani più rock arricchendoli nel missaggio di potenza.
Il mastering è stato curato da Fabrizio De Carolis che assieme a Simone e Stefano ha dato il tocco finale al tutto.
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