Da Capossela ad Arbore: Astimusica si avvia verso il gran finale

Arbore e l'Orchestra Italiana-23072016Vinicio Capossela ha conquistato Asti: piazza traboccante di folla, ieri sera, in piazza Cattedrale. Spettacolo nello spettacolo sotto il palco, dove i fan, fin dalle prime note di brani come “Nachecici” e “Maloservizio”, hanno ballato e cantato. Sul grande palco Capossela e i suoi musicisti, spighe di grano a segnare la scena per immaginare un campo di terra, sudore, memorie e radici identitarie.

Storie di raccoglitrici di tabacco (“Femmine”), di notti in cui le ragazze cercano segni per capire chi accompagnerà la loro vita (“La notte di San Giovanni”), di fughe d’amore (“Il bene mio”): insieme a quelli che non possono mai mancare, hanno appassionato i brani contenuti nell’ultimo album “Canzoni della Cupa” che Capossela è venuto a presentare facendo fermare il suo tour “Polvere” ad Asti.

Tra gli spettatori, molti quelli venuti da fuori e tanti astigiani che seguono il cantautore da sempre e che, per questo, hanno apprezzato le scelte del direttore artistico Massimo Cotto e degli organizzatori (Comune e Asp) per la ventunesima edizione di Astimusica.

Contento anche Capossela: “Un pubblico meraviglioso” il suo commento a fine concerto, appena raggiunto il camper dietro al palco. “Un pubblico meraviglioso, continuava a ripetere – racconta Cotto – mentre sorseggiava un bicchiere di vino bianco, al termine di uno spettacolo coinvolgente ed entusiasmante. Asti ha accolto Vinicio con un calore direi poco piemontese, lo stesso che sono sicuro riserverà a Renzo Arbore, attesissimo, tanto che le prevendite sono superiori a ogni aspettativa. Sarà l’ultimo grande concerto di un’edizione che ricorderemo a lungo”.

Martedì 19 luglio di nuovo in piazza per Renzo Arbore e l’Orchestra Italiana

Renzo Arbore e l’Orchestra Italiana: dopo 26 anni insieme, l’artista ammette: “Sono recidivo e ne vado fiero. Sono un italiano, un italiano vero”. Con ironia e delicatezza, Renzo Arbore sa come scatenare il suo pubblico. Lo ha fatto ovunque nel mondo con l’Orchestra Italiana e continua ancora oggi a coinvolgere le generazioni dei padri e quelle dei figli. Tre ore dense di spettacolo, durante le quali lo showman foggiano non si risparmia mai per il suo pubblico.

Succederà anche ad Astimusica martedì 19 luglio: il concerto in piazza Cattedrale è fissato per le 21.30 (biglietti a 50, 30 e 20 euro).

“La scaletta del concerto – spiega Arbore – coniuga il nuovo e l’antico suono di Napoli: voci e cori appassionati, girandole di assoli strumentali, un’altalena di emozioni sprigionate dalle melodie della musica napoletana che evocano albe e tramonti, feste al sole e serenate notturne, gioie e pene d’amore. Al suono di Reginella, ad esempio – aggiunge lo showman – vedo il pubblico di tutto il mondo cantarne a squarciagola il ritornello e, magicamente, farsi trasportare proprio nella terra da dove quelle emozioni sono partite”.

Lo showman italiano più conosciuto nel mondo gira ininterrottamente con la sua Orchestra, da un’estremità all’altra, agli Stati Uniti alla Cina, dal Messico al Canada con innumerevoli concerti acclamatissimi ovunque in un clima da record. In questi anni Arbore – facendo presa sul pubblico di

qualsiasi latitudine – ha ottenuto tantissimi premi e riconoscimenti, quantità di spettatori, cifre da “capogiro” che hanno premiato lo spirito assolutamente travolgente e contagioso dell’artista.

In questi ultimi anni, poi, sembra essersi rafforzato il ruolo “istituzionale” dell’Orchestra Italiana, con Arbore ormai diffusamente riconosciuto come autentico “ambasciatore” della musica e della cultura italiana nel mondo.

In scena l’artista pugliese (cantautore, clarinettista, attore, ma anche conduttore radiofonico, regista, sceneggiatore) sarà circondato da 15 talentuosi musicisti. Spiccano l’appassionato canto di Gianni Conte, la seducente voce di Barbara Buonaiuto, quella ironica di Mariano Caiano e i virtuosismi vocali e ritmici di Giovanni Imparato. E poi ancora: la direzione orchestrale e il pianoforte di Massimo Volpe, la fisarmonica e piano di Gianluca Pica, le chitarre di Michele Montefusco, Paolo Termini e Nicola Cantatore, le percussioni di Peppe Sannino, la batteria di Roberto Ciscognetti, il basso di Massimo Cecchetti e, dulcis in fundo, gli struggenti e festosi mandolini di Nunzio Reina, Salvatore Esposito, Salvatore della Vecchia.

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