
Trombettista di lungo corso, sempre camaleontico e aperto a nuove esperienze nel mondo del jazz italiano e straniero, Franco Baggiani aggiunge alla propria discografia un lavoro ambizioso, che riassume nella metafora del titolo – direzioni divergenti… – l’idea compositiva e musicale dell’artista fiorentino. “L’ improvvisazione è sempre preponderante, anche se questa volta c’è più scrittura rispetto a Memories, la differenza fondamentale sta nel colore, sicuramente più scuro e maggiormente introspettivo, si riascolta di tanto in tanto l’andamento in quattro che era scomparso nei lavori scorsi e la formula del quintetto ‘pianoless’ mi ha portato naturalmente verso un suono generale più vicino a quello delle avanguardie storiche“.
Rispetto all’ampio ensemble di Memories, Divergent Directions vede Baggiani alla conduzione di un nucleo più ristretto, un quintetto con Giacomo Downie, Michele Staino, Fabio Ferrini e Alberto Rosadini, che reinventa un jazz di frontiera in cui emergono le influenze dell’autore, dal free alla musica seriale del Novecento. Brani lunghi e fitti in cui il reticolo strumentale lascia spazio ad ampie porzioni di improvvisazione in una testimonianza “nuda e cruda”, senza interventi successivi, della seduta in studio del 13 aprile 2015.
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