Digressione Music prosegue la sua preziosa opera di riscoperta e valorizzazione del repertorio classico e sacro legato alla Puglia con “Affetti e Tastiature”, album monografico dedicato alla scuola organaria napoletana a Molfetta. Spaziando dalle composizioni di Frescobaldi a quelle di Scarlatti fino a giungere a Gaetano Valeri e Baldassarre Galuppi, Francesco Di Lernia e Gaetano Magarelli, due talentuosi organisti dalla rigorosa formazione accademica, si sono avvicendati agli organi delle principali chiese di Molfetta, tornati al loro splendore originario dopo alcuni restauri. Il risultato è un lavoro di altissimo profilo culturale e musicale che non mancherà di emozionare non solo gli appassionati di musica classica, ma anche l’ascoltatore occasionale, il quale verrà rapito dal suono evocativo e senza tempo di queste opere d’arte.
La storia dell’arte organaria a Molfetta si perde nella notte dei tempi. I primi dati provengono dalle vicende relative all’antica Cattedrale (oggi Duomo di San Corrado), la fondazione della cui fabbrica risale ai secoli XII- XIII. Di un «organo molto elegante e magnifico» e di una «orchestra con organo screziato e dorato, con intagli e lavori con lo stemma del Pontefice al vertice», riferisce Michele Romano nel 1842 nel suo Saggio sulla Storia di Molfetta; Antonio Salvemini, nel Saggio Storico del 1878, scrive di un «grande organo fatto a spese del Capitolo della Cattedrale di Molfetta nel 1584 e tutto dorato ad oro di zecchino, il quale fu distrutto nel principio di questo secolo per essere stato dall’umidità del mare rovinato». Disorganiche sono le indicazioni archivisti- che oggi note; tuttavia, un atto del 1543, relativo ad un beneficio di jus patronatus laicorum, attestante l’esistenza di un altare «subtus organum», consente di arretrare di circa quarant’anni, rispetto alle indicazioni di Michele Romano, l’esistenza di un organo nella «maggior chiesa» di Molfetta. Inoltre, dagli atti della Visita del 1613 di Mons. Bovio si apprende dell’esistenza di due organi, presumibilmente un positivo posto in prossimità degli stalli riservati ai canonici ed un altro organo più grande situato sulla cantoria cinquecentesca ubicata sulla cappella di San Giuliano. Con alterne vicende (caratterizzate da manutenzioni ordinarie ed interventi di ampliamento dovuti ad organari locali quali Jacinto Jacobono, Giuseppe de Gregori, Pietro de Simone senior, Giuseppe Mininno, Pietro de Simone junior, Giovanni Valle, Francesco Testa, don Giuseppe Rubino, Domenico Rubino) si giunge al 1785, quando la sede episcopale è trasferita nella nuova Cattedrale (ex chiesa dei Gesuiti). Nel Duomo rimane «un organo sopra la porta piccola», così come si apprende dalla lettura del rogito redatto dal notaio Sergio Rotondo il 1° dicembre 1785 (verosimilmente si allude alla porta piccola adiacente la cappella di San Giuliano). Le vicende della storia organaria dell’antica Cattedrale si concludono nel 1925 allorchè, a seguito dei lavori di restauro della chiesa, furono demoliti l’organo e la cantoria. Oggi non rimane alcuna traccia di quel glorioso passato se non la facciata lignea di un positivo (dorata e decorata con motivi floreali) custodita nel Museo Diocesano di Molfetta. Con l’espansione della città al di fuori delle mura di cinta furono edificate altre chiese; la consultazione degli atti delle Visite pastorali e di alcuni atti notarili mette in evidenza l’interesse del clero molfettese verso il re degli strumenti. Ad un periodo compreso tra il XVI ed il XVII secolo si fa risalire la costruzione dell’organo della chiesa annessa al convento di San Francesco (la chiesa fu demolita nel 1888 e l’organo fu depositato in San Domenico, per poi essere trasferito, alla fine dell’Ottocento, nella nuova chiesa dell’Immacolata, dove è ancora oggi). Allo stesso modo i documenti archivistici ci restituiscono la presenza di due strumenti seicenteschi nella chiesa del convento di San Bernardino e nel Santuario di Santa Maria dei Martiri (l’organo della chiesa di San Bernardino, presumibilmente costruito da Francesco Tondo nel 1600, fu sostituito con l’organo costruito da Giuseppe Rubino nel 1767; dell’organo di S. Maria dei Martiri, costruito nel 1680 e non più esistente, non si hanno notizie dopo il 1715, anno della Visita locale di mons. Salerni). Il XVIII secolo è particolarmente ricco e fecondo; si può dire che ogni chiesa di Molfetta abbia un organo. Le botteghe organarie protagoniste di tale florilegio artistico sono quella dei de Simone, dei Rubino e di Giuseppe Mininno. Il XIX secolo vede la costruzione degli organi positivi della chiesa della SS. Trinità (costruito da Nicola de Simone nel 1801 e non più esistente) e della chiesa di Santo Stefano (costruito da Pasquale de Rossi nel 1827), del grande organo per la Cattedrale (edificato da Francesco Criscuolo nel 1866, ampliato ed elettrificato nel 1961 dai F.lli Ruffatti, per il quale è in cantiere un ambizioso progetto di restauro che riporti il Criscuolo-1866 alla sua situazione originaria), dell’organo della chiesa parrocchiale di San Gennaro (costruito da Giuseppe Toselli nel 1875 in sostituzione di un organo settecentesco) e dell’organo della chiesa di Santa Maria degli afflitti (costruito da Domenico Petillo nel 1877 in sostituzione del Mininno-1739; del Petillo-1877 sopravvive ben poco – la cassa e le canne di facciata – a causa di un opinabile intervento effettuato negli anni Settanta del secolo scorso). Il XX secolo non ha grandi glorie da vantare poichè, a seguito del movimento ceciliano e di una sua conseguente lettura ed applicazione, talvolta rigida e miope, sembra che si perda la comprensione del valore artistico di questi strumenti; nella peggiore delle ipotesi si assiste alla distruzione o alla svendita degli antichi organi, altrimenti se ne osserva il completo abbandono, se non l’incauta trasformazione, che ne sfigura il valore artistico. Attualmente nelle chiese di Molfetta ci sono sette organi storici (costruiti tra il XVII ed il XIX secolo), di cui due in attesa di restauro (il Pietro de Simone junior-1754 ubicato nella chiesa di San Pietro ed il Giuseppe Toselli-1875 della chiesa di San Gennaro) e cinque perfettamente restaurati sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza di Bari, la consulenza tecnica del responsabile “Organi Storici” della Commissione Diocesana di Arte Sacra ed i preziosi contributi economici della CEI e della Regione Puglia. Questo CD vuole valorizzare non soltanto il prezioso lavoro di restauro e l’impegno profuso per la sua realizzazione, ma soprattutto le peculiari caratteristiche tecniche di questi strumenti antichi, testimoni locali dell’arte organaria di scuola napoletana. Il repertorio scelto all’uopo vuole accompagnare l’ascoltatore in un ideale viaggio attraverso le sonorità della scuola veneziana, romana e napoletana, con la finalità di far intravedere nel complesso ordito contrappuntistico ed armonico affinità e differenze.
Francesco Di Lernia ha studiato organo, cembalo e musica d’insieme in Italia e in Germania conseguendo con lode il titolo accademico presso la Musikhochschule di Lubecca nella classe di Martin Haselböck. Svolge la sua attività nell’ambito dei maggiori festival in tutto il mondo. Ha collaborato, inoltre, con numerosi solisti e prestigiosi ensemble come i Wiener Philharmoniker, i Wiener Akademie, etc. Per Universal ha pubblicato vari volumi tra cui l’opera completa per tastiera di Johann Kaspar Kerll; inoltre, ha inciso per numerose case discogra che ottenendo riconoscimenti e segnalazioni della stampa specializzata internazionale. Tiene regolarmente corsi d’interpretazione e seminari presso importanti accademie ed è membro di commissione in concorsi organistici internazionali. È professore di organo presso il Conservatorio di Musica “Umberto Giordano” di Foggia dove attualmente ricopre anche la carica di direttore.
Gaetano Magarelli, diplomato in Pianoforte, Organo e Clavicembalo presso i Conservatori di Bari, Campobasso e Monopoli (Ba) con Maria L. Tutalo, Francesco Di Lernia e Marco Bisceglie e laureato con lode in Discipline Musicali (corso di Organo). Ha studiato Organo presso la Facoltà di Musica dell’Accademia delle Arti di Utrecht nella classe di Bernard Winsemius. Nel 2002 ha vinto il Primo Premio al Concorso Organistico Internazionale F. D’Onofrio di Carunchio (Chieti). Ha collaborato con la Federazione Nazionale Italiana Associazioni Regionali Corali, in qualità di organista e continuista, per le tournée del Coro Giovanile Italiano diretto da Filippo M. Bressan e Nicola Conci. Oltre all’attività concertistica si dedica alla ricerca musicologica; ha curato l’edizione critica della Passio D.N.I.C. secundum Ioannem, composta nel 1816 dal sacerdote e musicista molfettese Vito Antonio Cozzoli (1777-1817). Ha al suo attivo alcune incisioni discogra che (Bottega Discantica, Digressione Music, Fe.N.I.A.R.Co.) da solista e con gruppi vocali e strumentali. È Organista e Maestro di Cappella della Cattedrale di Molfetta (Ba) ed è membro della Commissione Diocesana di Arte Sacra (settore Organi Storici).
AFFETTI e TASTIATURE
La scuola organaria napoletana a Molfetta tra il XVII ed il XIX secolo
Francesco Di Lernia * – Gaetano Magarelli **
IMMACOLATA (Anonimo, XVII-XIX sec.) Joan Ambrosio Dalza (fl. 1508)
1. Pavana alla Venetiana (da Intabolatura da Lauto – Libro quarto, 1508)
Andrea Gabrieli (1533 ca- 1585)
2. Canzon francese detta Petit Jacquet*
Gerolamo Frescobaldi (1583-1643)
3. Canzona Terza (da Il secondo libro di Toccate) **
4. Toccata per la Levatione (da Fiori Musicali 1635, Messa della Madonna) *
Bernardo Pasquini (1637-1710)
5. Variazioni per il Paggio Todesco **
Paolo Quagliati (1555 ca. – 1628)
6. Toccata dell’Ottavo Tuono **
SAN DOMENICO (Pietro Fe Simone junior, 1756)
Domenico Scarlatti (1685-1757)
7. Sonata K. 34, Larghetto **
8. Sonata K. 35, Allegro **
Gaetano Greco (1657 -1728)
9. Toccata XIII *
SAN BERNARDINO (Giuseppe Rubino, 1767)
Anonimo (sec. XVII)
10. Tocata Ytaliana de 1er Tono *
Bernardo Pasquini (1637-1710)
11. Tastata, Per Milone (Napoli, luglio 98) **
12. Aria [I] *
13. Aria [II] *
14. Aria [III] *
Domenico Zipoli (1688-1726)
15. Pastorale
(da Sonate d’Intavolatura per Organo e Cimbalo, parte prima) **
SANT’ANDREA (Giuseppe Rubino, 1771)
Ascanio Mayone (1570 ca. – 1627)
16. Ricercar Primo (da Primo Libro di diversi capricci, 1603) *
Gregorio Strozzi (1615 – ca. 1687)
17. Balletto primo **
18. Balletto secondo
(da Capricci da sonare cembali et organi, 1687) **
Bernardo Pasquini (1637-1710)
19. Passagagli *
SANTO STEFANO (Pasquale de Rossi, 1827)
Gaetano Valeri (1760-1822)
20. Sonata IX **
21. Sonata X **
Baldassarre Galuppi (1706-1785)
22. Allegro *
23. Largo *
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