EDEA, DALL’AFRICA

Chi è Edea e quando la musica irrompe nella tua vita?

Edea è una cantante italo-africana, che nasca a Milano da madre africana e padre milanese, ma ad un anno viene trapiantata nel teramano e da li comincia a fare le prime esperienze sul palco tramite la musica.

A sedici anni comincia a fare le prime esperienze live, non pensando assolutamente che tutto ciò potesse diventare un lavoro, iniziando per puro divertimento e gratificazione personale. Invece poi, pian piano, visto e considerato l’interesse, è diventato un qualcosa di più serio.

edea2Dall’Africa il tuo nuovo album, ricco di contaminazioni e con spirito multiculturale , del resto tu fondi la cultura italiana con quella africana. Ci parli un po’ dell’album?

Si “Dall’Africa” è proprio nato pensando ad unire la cultura africana a quella italiana, soprattutto ad unire stili diversi, quindi pop, jazz, blues tutto in un unico disco che poi ha escursioni anche in inglese.

Tutto questo perché io mi sento molto, molto, internazionale essendo appunto italo-africana ma anche sotto il punto di vista musicale perché ho sempre cantato sia in italiano che in inglese ed anche toccando vari stili.

Quindi ho proprio voluto e cercato che questo disco fosse così, completamente diverso da quello che già c’era in circolazione, altrimenti non mi avrebbe rispecchiata al 100% ; invece “Dall’Africa è stato proprio pensato per starmi addosso come se fosse un vestito cucito da un sarto.

Nella grafica della copertina, più che un vestito è proprio come un’impronta della pelle quella che porti, per cui forse c’è ancora un qualcosa di più marcato e più personale di quello che può essere un abito?

Si è vero e mi rendo conto con piacere che per fortuna si nota tutto quello che volevo far emergere da questo lavoro.

Il singolo, da il titolo all’album, un richiamo forte alle origini e se vogliamo per altri versi molto attuale oggi. Quanto è importante il legame con le origini e quanto può aiutare la musica in ciò?

E’ veramente molto importante, sembrava che oggi fossero superate tante cose come il razzismo, le discriminazioni, ma poi dai fatti di tutti i giorni ci si rende conto che non è affatto così. Per cui di strada da fare ce ne è assolutamente tanta per dichiarare la cosa superata. penso che la musica da questo punto di vista aiuti, perché i messaggi che viaggiano con la musica arrivano direttamente al cuore senza fare strani giri.

Io essendo, appunto, italo-africana credo che sia mio dovere farlo perché mi sento anch’io un po’, non dico diversa, ma mi piacerebbe che si capisse che non c’è niente di male nell’avere nel proprio territorio persone con abitudini diverse. Certo nel rispetto delle regole.

Se ognuno di noi cercasse di rispettare gli altri, all’inizio di ogni cosa, sarebbe tutto più facile.

Il video del brano vede collaborazioni importanti, tra gli altri citiamo Duccio Forzano, come arriva l’incontro con Duccio?

Ci siamo conosciuti tramite amici comuni e poi per caso lui ha ascoltato il brano proponendomi questa collaborazione. In quindici giorni ci siamo organizzati, ed abbiamo praticamente fatto il video. Ed è venuto fuori un lavoro che sembra studiato da mesi, ma come vi dicevo è stato tutto abbastanza veloce ed immediato.

Sono soddisfattissima, Duccio Forzano è un professionista che non ha bisogno di presentazioni e sapevo di essermi messa in mani  professioniste appunto.

Tu sei al primo album, ma vanti già tantissime collaborazioni di rilievo, ci racconti una che ricordi particolarmente?

Il ricordo che ho più nel cuore è sicuramente con Gatto Panceri, che è una persona straordinaria, siamo rimasti amici, ci sentiamo spesso e mi da sempre dei preziosissimi consigli.

Invece il tuo rapporto con il palco?

E’ un rapporto un po’ strano, ho sempre un po’ il timore di salirci ,ma poi una volta su mi sento a casa, talmente  a mio agio che difficilmente poi voglio scendere.

Alfonso Papa for Backstage Press © Copyright 2013-15. All Rights Reserved

Print Friendly, PDF & Email

Comments are closed.