Giangilberto Monti. Opinioni da Clown

Ph. Daniele Poli
Ph. Daniele Poli

Nel tuo ultimo album “Opinioni da Clown”, un alternarsi di poesia ed ironia. Ci parli un po’ dell’album e come arriva la scelta del titolo?

Naturalmente il titolo è dichiaratamente ispirato al romanzo Opinioni di un Clown, ma è ovviamente una ispirazione relegata al tema che poi nell’album porta a questa riflessione fra comico e politico derivante dalla società e le circostanze di questi ultimi anni.

E come accade per tutti i clown accanto alla parte più divertente c’è poi una parte più ironica e malinconica.

Opinioni da clown è un album di inediti, ma al suo interno troviamo sia brani nati negli ultimi tempi e sia brani più lontani nel tempo. Per questi ultimi, come mai proprio ora?

Perché ci sono dei momenti della propria carriera in cui si sente l’esigenza di riassumere e ci si rende conto che non è sufficiente o completo quello che si ha ed allo stesso tempo ci si ritrova con dei lavori fatti in passato che sono ancora attuali.

Ti rifai al cabaret milanese. Dario Fo, Gaber, Jannacci. Questi artisti ti hanno in qualche modo ispirato e come mai la scelta di alternare la musica alla teatralità?

Molti sono ispiratori della mia carriera, con alcuni ci ho anche lavorato, in realtà io sono milanese anomalo in quanto sono per metà milanese e metà napoletano però il fatto di ruotare intorno a questa città aiuta perché questa è una città che interconnette veramente molte culture.

Quello che mi ha aiutato molto è l’aver conosciuto direttamente Giorgio Gaber  e Dario Fo, che all’inizio della mia carriera mi hanno spinto a trovare una mia strada personale.

Sei da poco stato protagonista di uno spettacolo teatrale al Verdi di  Milano. Qual è il tuo rapporto con il palco?

E’ come il pittore che non vende quadri. Se il pittore non vende quadri si intristisce, l’artista ha necessità assoluta di avere un contatto diretto col pubblico, perché è in questo scambio che gli ritorna quello che lui pensa di poter e voler comunicare.

Per me il pubblico si prende in qualsiasi momento, dal piccolo locale, alla festa di paese, fino al grande teatro. Non faccio grandi distinzioni posso suonare indistintamente a casa di un amico o in un grande evento, l’emozione è sempre la stessa.

Alfonso Papa for Backstage Press © Copyright 2013-15. All Rights Reserved

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