“Per me è importante raggiungere la massima intensità con il minimo dispendio. Per questo nei miei dipinti il vuoto assumerà sempre maggiore rilievo”. Joan Mirò
Il Novecento vede come protagonisti diversi movimenti culturali, tra i quali il Surrealismo che nacque in opposizione al Dadaismo. Due nuovi modi di vedere l’arte che rifiutano le regole accademiche che avevano caratterizzato il mondo dell’arte fino al secolo precedente.
Il fondatore del Surrealismo fu il poeta Andrea Breton (1896 – 1966) il quale fu influenzato dalla filosofia dell’interpretazione dei sogni di Freud e sulla quale decise di fondare questo nuovo movimento artistico sostenendo che il sogno e l’inconscio, nell’epoca in cui viveva, non venivano presi in considerazione come meritavano.
Quest’ultimo fu il più stimato ed apprezzato tra i pittori del Surrealismo, compreso lo stesso fondatore Andrea Breton.I protagonisti più importanti di questo movimento furono Salvador Dalì (1904 – 1989),Renè Magritte (1898 – 1967), Joan Mirò (1893 – 1983).
Con le sue opere, egli esprime al meglio una delle tesi fondamentali del movimento artistico: l’arte dei bambini è la manifestazione più fertile della mente. Nei suoi dipinti infatti si possono notare forme semplici ed infantili rappresentate senza alcun piano prospettico.
Nato in Spagna, sin da bambino ha manifestato il suo interesse per l’arte in tutte le sue forme. Per un lungo periodo ha vissuto in Francia dove conobbe Pablo Picasso (1881 – 1973) e si avvicinò molto al movimento Cubista. Nel suo crescere artisticamente ebbe anche un periodo “astratto” il quale lo portò a sviluppare il suo stile artistico che ancora oggi riconosciamo. Mirò ha espresso il suo “io” in tutte le forme utilizzando varie tecniche di rappresentazione: dalla litografia all’acquaforte, dalla pittura alla scultura. Tra le più importanti ricordiamo il ciclo delle Costellazioni – La Stella del Mattino (1940),Paesaggio Catalano – Il Cacciatore (1923/24), Blu III (1961), Ritratto della Signora Mills nel 1750 – da Constable (1929), La Poetessa (1940).
La composizione pittorica è per Mirò un gioco: combinare stelle, luna, figure astratte, linee con colori blu, rosso, giallo, senza alcun progetto preliminare.Nell’opera La Stella del Mattino, possiamo osservare come la superficie del dipinto sia cosparsa di forme e linee disposte senza gerarchia tra il centro e i bordi. La mancanza di simmetrie tra le forme e gli spazi, porteranno i critici a definire la sua pittura all over (a tutto campo) e, diventerà una caratteristica fondamentale della pittura del dopoguerra americano.
Joan Mirò, un pittore, uno scultore, un bambino che gioca con le forme e i colori riempiendo gli spazi della vita.
Marica Crisci © Copyright Backstage Press. All Rights Reserved