Ischia e il cinema: Dagli anni 30 agli anni 50

Il cinema nell’Isola verde

Nel 1936, per la prima volta sbarca sull’isola la macchina organizzativa del cinema. Si tratta della produzione di Artisti Associati giunta ad Ischia per realizzare alcune scene del film Il Corsaro Nero,  tratto dall’omonimo romanzo di Emilio Salgari. Un po’ stregati dalla magia della settima arte, un po’ per curiosità, alcuni abitanti, sopratutto pescatori, vi prendono parte come comparse. Tutte le navi che appaiono nel film furono costruite appositamente per la produzione nei cantieri Falanga di Torre del Greco. Era l’inizio delle produzioni sull’isola, che in quegli anni era ancora lontana dai fasti del turismo che successivamente l’avrebbero pervasa, rubandole probabilmente alcune caratteristiche.  E fu così che l’anno successivo, approda il Dottor Antonio, un altro film che aveva bisogno dello scenario del Borgo spagnoleggiante di Ischia Ponte, ancora testimone dell’occupazione borbonica sull’isola.  In seguito la grande guerra, ferma tutto e tutti. Bisognerà aspettare il 1945, subito dopo la guerra, affinché una produzione scelga Ischia, e questa volta si tratta di una produzione straniera. Si tratta della prima che arriva ad Ischia, portando con sé un attore del calibro di Boris Kaloff (La Mummia) per girare un film ambientato in un’isola greca: Il Vampiro dell’isola.  Le scene si svolgono prevalentemente tra Palazzo Drago al corso Vittoria Colonna, la folta pineta antistante, e la spiaggia dell’Hotel Excelsior. Ma l’isola è grande e ricca di suggestivi luoghi, come la Chiesa del Soccorso a picco sul mare, a Forio. Ed è infatti qui che nel 1949 Carlo Zampa, per la produzione di Carlo Ponti, realizza Campane a Martello. Sull’isola insieme ad Eduardo De Filippo, che poi continuerà a frequentare Ischia per diverso tempo, sbarcano le dive del momento: una giovanissima Gina Lollobrigida e Yvon Sanson, per raccontare tra Forio e il borgo di Ischia Ponte la storia di Agostina, la protagonista del film.  C’è gran fermento nel borgo anche perché nel 1948 il sindaco d’Ischia, Vincenzo Telese, aveva appena deliberato la posa del cavo elettrico sottomarino, per fornire energia direttamente dal continente. La guerra ha segnato un po’ tutti, così nel 1950 sbarca ad Ischia la produzione de Il Mulatto. Si tratta di una storia che racconta propio gli orrori della guerra appena passata: la vicenda di un bambino isolano che è nato di pelle scura. Le scene del film, girato interamente sull’isola, si svolgono prevalentemente nella zona dell’attuale albergo Punta Molino, dove vi era l’abitazione del pittore Colucci, la famosa Casarella, cenacolo culturale e ritrovo degli artisti ad Ischia porto. Altre scene vengono girate nell’androne del Castello Aragonese, da pochi anni acquistato dall’Avv. Mattera; ad Ischia Ponte, presso la storica farmacia Mirabella; e in diversi scorci del borgo.  Ma il Mulatto non sarà l’unico film ad essere girato ad Ischia in quell’anno, dopo pochissimo arriva la Urania Production con Gino Cervi, che all’epoca era il commissario più famoso d’Italia, insieme a Delia Scala per girare La scogliera del peccato. Si tratta di un film ambientato sull’isola che utilizza diverse località: il Piazzale la Chiesa del Soccorso a Forio; il Piazzale delle Alghe, Via G. Da Procida, il piazzale Aragonese ad Ischia Ponte; ed il Piazzale del redentore ad Ischia Porto. E con Città Canora, del regista Mario Costa nel 1952, anche il primo musical sbarca sull’isola verde. Così gli isolani si ritrovano a tu per tu con le versioni in carne ed ossa, di quelle voci spesso ascoltate alla radio come Giacomo Rondinella, e tanti altri artisti dell’epoca quali Maria Fiore, Giovanni Grasso, Mirko Ellis, Paola Borbone, Tina Pica, Carlo Romano, Giuseppe Porelli, Dante Maggio, Beniamino Maggio e Nadia Gray. Molte produzioni erano state girate in quei pochi anni, ma il primo film dal respiro internazionale arriva nel 1952, grazie al regista tedesco Robert Siodmak, (molto apprezzato ad Hollywood per film come La scala a Chiocciola e Gangster) che ricordandosi delle sue vacanze con la nonna in quell’isola con le caratteristiche spagnole, decide di ambientare Il corsaro dell’isola verde, spacciando Ischia per un’isola dei Caraibi. E così Hollywood arriva ad Ischia. L’isola è in gran fermento. Per questo film occorrono centinaia e centinaia di comparse, tra guardie, pirati, popolazione locale. Ognuno si sente protagonista. Ad Ischia arrivano anche il famoso Burt Lancaster, divo americano e il suo compagno Nick Cravat, ex acrobati votati al cinema. Per loro viene allestita una palestra sulla spiaggia della Mandra (o spiaggia dei pescatori) per gli allenamenti quotidiani. Ad Ischia la troupe soggiorna circa sei mesi. L’intero film è ambientato nel borgo di Ischia Ponte, tranne qualche scena girata al torrione di Forio d’Ischia e alla spiaggia dei Maronti, truccata per l’occasione con alberi di palme per assomigliare di più, ad un’isola caraibica. Ma l’isola offre tanto e così si decide di ambientare alcune scene anche sulla spiaggia dei pescatori, al porto e nel piazzale delle alghe. Un film con tanto di effetti speciali, macchine da guerra, il prototipo di un sommergibile e persino un pallone aerostatico.  Ad assistere lo scenografo c’è un giovane tedesco, giunto anch’egli sull’isola per la produzione del film. Si tratta del genio futuristico Ken Adam, che muove primi passi nel mondo della scenografia cinematografica. Sono ancora lontani gli anni che lo vedranno premiato due volte ad Hollywood con l’Oscar per la scenografia di Barry Lyndon e La Pazzia di re Giorgio. Scenografo molto apprezzato dal grande Stanley Kubrick, Ken ad Ischia trova anche l’amore, incontra Letizia Moroa, una giovane biondina di 18 anni, figlia del medico militare del Palazzo Reale ad Ischia Porto, che ha appena finito di girare un ruolo nel film Il mulatto. Tra i due nasce l’amore che li porterà ad ritornare ad Ischia, da quel momento per circa 40 anni, ogni estate a perorare il loro pegno d’amore. L’Ischia Film Festival tutto questo lo sapeva e volle premiare Ken Adam con il ciak di corallo alla carriera in occasione della prima edizione del premio cinematografico nel 2003.  Il corsaro dell’isola verde  diventa subito un cult movie distribuito in  diversi paesi e così, per la prima volta, il Castello Aragonese viene visto in tutto il mondo, una promozione incredibile per l’isola. Ad Ischia Burt Lancaster trova anche un suo sosia: il pescatore Aniell e ‘ventura. Anche se Lancaster non volle controfigure e stunt-man per il film, in alcune scene minori il pescatore lo sostituiva.  L’anno successivo, nel 1953, ad Ischia ritorna Boris Karloff per girare questa volta una produzione italiana: Il mostro dell’isola. Questa volta l’attore americano indossa i panni di Don Gaetano, un benefattore dell’isola. Il film denuncia il contrabbando di stupefacenti. Quasi interamente ambientato sull’isola, ha visto come location: la Banchina Redentore al porto d’Ischia, la S.S. 270, la Baia di San Montano, l’ingresso dell’Hotel Mezzatorre a Lacco Ameno.  L’anno seguente, nel 1954, sull’isola ritorna il genere musicale. Ispirato alla canzone “ddoje lacreme” di Michele Galdieri, ad Ischia si gira Lacrime d’Amore con tanti beniamini del pubblico. Nel cast figurano: Achille Togliani, Nadia Bianchi, Mimo Billi, Nada Costese, Dina De Santis, Bianca Fusari, Piero Giagnoni, Enrico Glori, John Kitzmiller, Inelda Meroni, Roberto Paoletti, Katyna Ranieri. Alcune scene del film, che era ambientato a Napoli, vengono girate ad Ischia, sopratutto nelle località vicine al mare come la spiaggia di Ischia Porto e quella dei Maronti. Rizzoli è ormai di casa ad Ischia, e così inizia a portare, con la Cineriz, il primo film di una lunga serie di produzioni che si gireranno sull’isola. E’ il 1956, reduce dal successo e dall’Oscar per La rosa tatuata, ad Ischia arriva l’anti-diva Anna Magnani, vestita in abiti monacali per interpretare il film Suor Letizia che si gira tra il borgo di Ischia Ponte, la località del Sorronzano e la baia di Cartaromana con gli annessi Scogli di Sant’Anna. La Magnani approda ad Ischia Ponte, al vecchio pontile in legno che affianca il nuovo in cemento realizzato recentemente per accogliere il piroscafo dei turisti. Inizia lentamente ad espandersi il turismo sull’isola. Nel frattempo il regista Luchino Visconti, che frequenta l’isola già da qualche anno, ha deciso di stabilirsi ad Ischia e comprare, dal Barone Fassino, la Villa La Colombaia che trasformerà nella sua dimora isolana.In quegli anni il genio Rizzoli intuisce che il cinema poteva arrivare a milioni di italiani, di tutte le classi sociali, poveri, ricchi e di media borghesia e quindi decide di far scrivere un film ambientato proprio sull’isola e di inserire il nome di Ischia nello stesso titolo del film per promuovere i suoi alberghi e le sue attività imprenditoriali sull’isola. Così nel 1957 ad opera del gruppo di sceneggiatori Leo Benvenuti, Mario Camerini, Piero DeBernardi, Pasquale Festa Campanile e Massimo Franciosa, nasce Vacanze ad Ischia, un film che ha il merito di essere la prima opera cinematografica girata sull’isola, che ne cita addirittura il nome. Il cast è di tutto rispetto con Maurizio Arena, Nino Besozzi, Miriam Bru, Laura Carli, Antonio Cifariello, Isabelle Corey, Susanne Cramer, Arturo Criscuolo, Peppino De Filippo, Vittorio De Sica. Ischia nella vicenda, viene proposta come una meta turistica alla portata di tutti. La frequentano il commendatore milanese che alloggia nell’albergo a Lacco Ameno, i giovani squattrinati che dopo essere stati licenziati da Vittorio De Sica, affittano gli appartamenti economici messi a disposizione dalla popolazione locale. Nel film si parla di terme, della potenzialità delle acque termali, del mare limpido, della buona cucina, e dell’accoglienza dei residenti. Insomma Ischia è dipinta come un luogo perfetto per andarci in vacanza. E sembra propio che gli italiani rispondano all’appello in quanto di lì a poco inizia il boom turistico sull’isola. In quegli anni un altro imprenditore del nord intuisce le potenzialità turistica dell’isola e decide anch’egli di investirvi: si tratta del Conte Gaetano Marzotto.  Nel 1957 anche altre produzioni scoprono l’isola, così come la spagnola Cinematograficas Balcazar, che vi ambienta alcune scene di Amore a prima vista, con un cast quasi interamente spagnolo ed un giovanissimo Walter Chiari, ai suoi esordi. Le scene sono girate tra Ischia Porto, il borgo di Ischia Ponte e Forio.  Ma la Spagna non sarà l’unica produzione estera a scegliere Ischia alla fine del anni ’50. Nel 1958 la Germania, da sempre attratta turisticamente dall’isola, arriva con una produzione tutta tedesca che, sulla scia del successo dell’imperatrice Sissi, con Romy Schneider, decide di ambientavi il film Scampolo.  La pellicola uscì soltanto in lingua tedesca e non arrivò nelle sale italiane. Per le vendite all’estero fu utilizzato anche l’altro titolo: Sissi ad Ischia. Il film Scampolo fu un’altra grande promozione per l’isola. Basti pensare che la protagonista della vicenda è una guida che porta in giro i turisti, mostrandogli tutte le sue bellezze dell’isola verde, dal Castello Aragonese a Sant’Angelo. Il film è girato prevalentemente tra la Riva Destra, ad Ischia Porto, dove Scampolo abita a bordo di una barca, e il borgo di Ischia Ponte, con varie inquadrature da cartolina degli angoli più suggestivi dell’isola. Nelle scene si nota ancora la genuinità del vivere isolano a quell’epoca: mercati, botti di vino per strade e reti di pescatori sparse un po’ ovunque. In questo ventennio oltre quattordici produzioni avevano scelto l’isola quale set per le loro riprese. La promozione turistica era arrivata anche all’estero e quell’anno finalmente ad Ischia Ponte, veniva inaugurata la condotta idrica sottomarina che portava l’acqua dalla sorgente del Serino ad Ischia. Prima di allora si affrontava il problema idrico con l’utilizzo di sorgenti locali, lo sfruttamento delle cisterne private ed il rifornimento di navi-cisterna. Con l’arrivo dell’acqua corrente si facilitava la costruzione di case e di alberghi per l’accoglienza. Gli anni 60 e il boom economico, erano in arrivo, ed Ischia oramai era pronta ad accogliere il cambiamento. 

Michelangelo Messina – Backstage Press

 

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