ITALIA ROCK PROGRESSIVE, LE CONTAMINAZIONI

Come tutte le correnti, sia musicali che artistiche in genere, il rock progressive sinfonico, fu d’ispirazione ad altre sotto tendenze.

Alcune di queste, come il rock d’avanguardia, che aveva la particolarità di mischiare il rock britannico al jazz rock, ebbe molto successo tra le note di gruppi come Arti e Mestieri e i Perigeo, due gruppi che riuscirono a portare la propria musica soprattutto all’estero. Del gruppo Arti e Mestieri ricordiamo album come Tilt (immagini per un orecchio), pubblicato nel 1974, e Giro di valzer per domani (1975). Del Perigeo, invece, l’ottimo Abbiamo tutti un blues da piangere del 1973 e il successivo Genealogia.

tempo-di-musicaDi più difficile collocazione è il genere che gli Area proponevano, il loro era un misto, oltre che di rock progressive, di musica araba, greca e di free jazz. Nacquero quasi per caso durante la registrazione dell’album Radius, incisero il loro disco di esordio nel 1973, Arbeit Macht Frei, che conteneva il brano Luglio Agosto Settembre (nero), questo gruppo in particolare mise da parte l’idea che l’arte dovesse fare solo arte e utilizzarono la musica come vero e proprio strumento di militanza politica, così come già da tempo stavano facendo gli Stormy Six, gruppo rock progressive del milanese. Di questo gruppo (nato nel 1969) si ricordano L’unità, un brano del ’73 e il brano Stalingrado/la fabbrica.

Altri gruppi, se non per vera e propria militanza politica, scelsero comunque di utilizzare la musica come strumento di denuncia sociale, mischiando il rock progressive al folk, come i Canzonieri del Lazio famosi per il brano Quando nascesti tune. Altro gruppo di spicco con le stesse intenzioni di denuncia sociale furono i Napoli Centrale, che vedeva come front man James Senese alla voce e al sax. Questo gruppo spicca anche per essere stato uno dei primi a fare musica di “recupero” dei brani tradizionali (come il brano Campagna) come anche gli Osanna. Questa corrente mista vide gli esordi anche di un giovanissimo Alan Sorrenti che fu autore di una fantastica opera prima dal titolo Aria, che mescola il suo stile intimista ad un virtuoso uso della voce e che segue le influenze di Tim Buckley. Il “metodo” di Alan Sorrenti non fu isolato, all’interno della stessa cerchia di può inserire Fabrizio De Andrè primo sicuramente dal punto di vista letterario e che nell’album La buona novella riuscì a raggruppare tutti i musicisti che formeranno poi la PFM. Da quest’ultima corrente, cantatutorale intimista, emersero, lentamente e con molto indugio, altri cantautori che provenivano da altre tendenze, ad esempio Claudio Rocchi (bassista degli Stormy Six) proveniente da una cultura psichedelica del quale si ricorda uno dei suoi album di esordio Volo Magico n°1.

Di grande rilevanza è l’opera rock Orfeo 9 di Tito Schipa Jr., incisa su doppio LP, e documentata in un film sperimentale. Il film, prodotto dalla Rai, trattava argomenti come la droga, un  tabù per l’epoca. Questo fece si che il film e l’opera rock fossero spinti nel dimenticatoio. Solo dopo 35 anni il film viene riportato alla luce e proiettato al festival di Venezia.  Anche i Giganti  avevano prodotto nel 1971 un lavoro in forma di concept dal tema altrettanto scottante (in questo caso la mafia), intitolato Terra in bocca, osteggiato dalla RAI e finito senza alcuna eco. Tra i pochi album di artisti dal grande successo commerciale, possono considerarsi progressive, Amore e non amore di Lucio Battisti, pubblicato nel 1971 e nel quale suona la futura PFM, e due dischi dei Pooh in cui sono presenti anche due suite, la prima contenuta in Parsifal del 1973, la seconda in Un po’ del nostro tempo migliore del 1975 (Il tempo, una donna, la città).

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