Lauda Passione

Il luogo ideale per una rappresentazione sacra è naturalmente un luogo sacro, meglio ancora se suggestivo come la chiesa di S. Eligio a Napoli, zona Piazza Mercato, la più antica di epoca angioina, risalente al 1270.

Ph: Elena Viviani
Ph: Elena Viviani

Il meraviglioso stile gotico delle volte ha accolto, domenica 12 aprile, le melodie della Lauda (dal latino “laus”, lode) duecentesca, il genere poetico-musicale, il primo in volgare, che si andò affermando del XIII secolo; questo canto sacro nato dal popolo, in origine monodico, trovò sempre più diffusione in Italia, tra i relativi autori possiamo trovare San Francesco d’Assisi (col Cantico delle Creature) e Iacopone da Todi.

Una delle maggiori fonti, nonché maggiore raccolta di laude è il Laudario di Cortona, conservato nella Biblioteca Comunale della città, il cosiddetto Codice 91; da lì appunto il musicologo e compositore Fernando Liuzzi attinse, trascrivendo le composizioni in notazione moderna.

L’evento, patrocinato dal Comune di Napoli, del 12 aprile, intitolato “La Passione”, ha visto quindi il proseguire del lavoro di Liuzzi con l’elaborazione delle intonazioni per orchestra e coro (in totale 70 persone, tra musicisti, coristi e figuranti) da parte del maestro Gianmichele D’Errico, che ha diretto l’opera, che ha avuto una precedente rappresentazione presso il Duomo di Casertavecchia, il 28 marzo. Il maestro D’Errico ha, inoltre, inserito proprie composizioni, esattamente l’Introduzione e due intermezzi, in modo da dividere idealmente il ciclo in tre “quadri”, nascita, morte e resurrezione di Cristo. D’Errico ha tratto ispirazione, per il suo lavoro, ad esperimenti similari messi in opera nel secolo scorso da Ottorino Respighi.

Organizzatore della rappresentazione sacra è il maestro Ciro Formisano, primo violino dell’ensemble, insieme al soprano Maria Antonucci, sua compagna d’arte e di vita, curatrice e preparatrice del coro, la Polifonica Agorà Ensemble “Lyrica NOVA”. Racconta il maestro Formisano: “La fase preparatoria del coro affidata a mia moglie è stata abbastanza impegnativa, poiché guida un coro amatoriale (in molti non leggono lo spartito). Le scene dei figuranti – componenti ed amici del coro – sono state ideate da Maria e curate come regia da un corista impegnato in teatro, Filippo Moretti; i costumi sono stati sempre realizzati  da una corista, Enza Antonucci.” Completano il “cast” Debora Cardillo, voce recitante, e il tenore Antonio Porporino, che con la maestra Antonucci hanno eseguito le parti solistiche della “Passione”.

La bellezza e la magia della musica, eseguita nel rispettoso silenzio del numeroso pubblico accorso, hanno ripagato l’impegno profuso da organizzatori e collaboratori, impegno motivato da un forte credo verso la cultura musicale.

Francesco Ruoppolo  for Backstage Press © Copyright 2013-15. All Rights Reserved

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