17 marzo, a 45 anni dalla scomparsa del Maestro, il ricordo del suo soggiorno ad Ischia
Per il Maestro del neorealismo italiano Luchino Visconti, l’isola d’Ischia diventa, sin da subito, il luogo dell’anima. Il conte rosso, così come veniva definito all’epoca, giunge nell’isola durante il dopo guerra. Prima di arrivare nel golfo partenopeo, fa tappa in Sicilia, ad Aci Trezza, dove realizzerà uno dei suoi maggiori successi: La terra trema. L’isola, per Visconti, diventa luogo di riposo e di riflessione, oasi di tranquillità e rifugio per i suoi collaboratori. Ad Ischia in quel periodo conosce Giuseppe Boccanfuso, un cameriere del Bar Vittoria in Piazzetta, a due passi dall’albergo dove alloggiava. Tra i due nasce subito una forte amicizia tanto che Visconti lo porta con sé, sul set de “La terra trema”, come ciakista. Visconti ad Ischia frequenta diversi cenacoli culturali, vi passa intere stagioni, quando è fuori dal set o libero dagli impegni teatrali. L’isola è il suo rifugio. La preferisce alla residenza romana e a quelle del lago di Como. Innamorato dell’isola, dei suoi abitanti e della sua straordinaria natura, Visconti, dopo varie soggiorni in alberghi e appartamenti presi in fitto, decide di comprare una casa tutta sua, un luogo che lo rispecchi, e così trova nella villa La Colombaia del Barone Fassino, il suo luogo ideale sull’isola. La Colombaia, in breve tempo, si trasforma in un ritrovo per i suoi collaboratori più stretti: da Suso Cecchi D’amico a Paolo Stoppa, Francesco Rosi, Giuseppe Patroni Griffi e la persona a cui Visconti teneva di più: Helmut Berger. Non mancano le cene con gli amici di sempre, sulla Rive Droite di Ischia. Amico di Tonino Baiocco, il proprietario del ristorante La Lampara, Visconti frequenta il centro di Ischia per la vita mondana e si riposa a Forio alla Colombaia. In quegli anni Visconti assiste anche all’incremento delle produzioni cinematografiche che sbarcano sull’isola. In particolar modo segue le riprese di “Plein Soleil,” (Delitto in pieno sole) del collega francese René Clémant, ed è propio sull’isola che incontra per la prima volta l’attore francese Alain Delon. Affascinato dal giovane attore, allora ai suoi esordi, Visconti gli propone, l’anno seguente, il ruolo di protagonista in uno dei suoi capolavori: “Rocco e i suoi fratelli”. Ma Delon non sarà l’unico attore che il regista incontrerà sull’isola. Si racconta infatti che ad Ischia, il Maestro conobbe anche Burt Lancaster in occasione delle riprese de “Il Corsaro dell’isola Verde”. Quando il suo co-produttore americano, in una riunione, glielo propose come protagonista de “Il Gattopardo”, Visconti si alzò di scatto e disse “che me ne faccio di un’attore che vola da una liana all’altra?”, ricordandosi del Lancaster visto ad Ischia mentre interpretava il ruolo comico di un pirata. A seguito della morte della sorella Uberta, a cui Luchino Visconti era molto legato, per suo volere testamentale le sue ceneri vennero portate ad Ischia e seppellite, insieme a quella della sorella, in una roccia alle spalle del suo luogo dell’anima: la villa La Colombaia a Forio d’Ischia.
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