Lunedì 12 gennaio 2015, al teatro Diana, la notte si è illuminata di stelle, le tre stelle del pianoforte presenti sul palco, tre generazioni a confronto: il premio Oscar Luis Bacalov, un mago del jazz spesso prestato alla musica leggera d’autore italiana, Danilo Rea, e l’astro nascente Alberto Pizzo, il cui percorso artistico ha come obiettivo quello di avvicinare la musica classica ed il jazz. Questa finalità, sposata anche dai due ospiti, è subito evidente all’inizio della serata: i tre iniziano, scambiandosi accompagnamenti e parti soliste, con il I Preludio dal Clavicembalo ben temperato di J.S. Bach, dal quale prende forma l’elaborazione di Gounod, che usò questa composizione come accompagnamento per la sua Ave Maria. Bach non è un caso (verrà più volte citato dai maestri durante il concerto), essendo – per la sua genialità vissuta in ogni direzione della tastiera – un riferimento per ogni jazzista. Bacalov, Rea e Pizzo eseguono brani in trio, duo, a solo. Il primo suonando brani di Vincente Greco (compositore argentino di chiare origini italiane), spaziando tra il tango tradizionale, passando per Astor Piazzolla (potente l’esecuzione a tre di “Libertango”), compositore dedicatario di Astoreando, non unica opera di Bacalov eseguita al Diana, dato che non poteva mancare la colonna sonora del Postino di Troisi. Rea, col suo inconfondibile stile percussivo, inizia con una rielaborazione jazzistica di Te voglio bene assaje, cita Gerswin introducendo Tammurriata nera, quindi la miscela di melodie celebri, tra De Andrè, Sinatra, temi da film (come Moon River), nascoste tra sostituzioni, riarmonizzazioni, clusters, cambi di metro, tipici del linguaggio jazzistico. Pizzo principia il suo spazio solistico eseguendo temi di Ennio Morricone, le musiche di Cinema Paradiso, standard jazz suonati col tocco di un moderno Bill Evans; spicca Over the rainbow miscelata con Quando di Pino Daniele, e al grande artista partenopeo da poco scomparso che con Danilo Rea esegue Napule è.
Il pubblico, numeroso, torna a casa ricco di emozioni, con le orecchie cariche di note e il sorriso di chi sa godere della musica vera.
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