Non volere bene a Chiara Domeniconi renderebbe tutto più facile. Condividere palpiti e brandelli di vita con gente tiepida rende l’esistenza placida e spesso confortevole. Menzognera forse, piatta, insipida, ma semplice da percorrere. Non volere bene a Chiara Domeniconi, per un’anima inquieta, come me e molti altri, è complesso, difficile, nocivo.Ho spesso pensato che l’intelligenza di Chiara fosse “troppa” e “nuda” in un mondo così stretto e ispido. Ho sempre pensato che il suo posto fosse tra le righe e le fibre delle pagine e qui, in Mani in extasy. In mendacio veritatis. In errore legis, lei è in ogni getto d’inchiostro.
La nostra fortuna e la sua inconsapevolezza. Chiude le porte al mondo e lascia defluire dalle dita la potenza dei suoi pensieri, il caos, la rabbia, la fredda e spietata coscienza che ogni cellula è viva, reagisce e si moltiplica. Costantemente, all’infinito. Chiara, un raggio di luce, calda o glaciale. In e out, up e down, dentro o fuori. Ma viva, senza condizione, o morta, senza rimpianto.Le mani che creano altra vita e forza. Piacere o dolore. Tutto o nulla. Questa silloge poetica è legata all’autrice, a me, a SBS e a te che stai leggendo, incondizionatamente, per il semplice fatto che esisti allora ti ama.Ogni poesia è un messaggio di luce, speranza e resilienza.Anni addietro scrissi qualcosa a proposito delle concubine della vita e della morte: ecco, vi presento Chiara Domeniconi.
Ci parli del libro che porterà al Salone del Libro di Torino 2023: c’è qualche episodio legato alla sua genesi?
“Mani in extasy” è una provocazione delle mani viste come Dio e dell’annullamento della speranza, del desiderio e della preghiera dove resta solo l’estasi del fare. Costruzione e distruzione, equilibrio e squilibrio, peccato e santità si mischiano e confondono nel forte messaggio vitale di osare, osare sempre e osannare la vita che comprende anche la morte, il dolore. Mani, mani che fanno. Fare, vivere. Essere uomini, santi e peccatori a trecentosessanta gradi. Che sia in cielo o in terra. “Mani in extasy” lo posso considerare la necessaria conseguenza di “Come un chiodo nella carne” mio libro precedente dove parlo della mia trentennale malattia anoressia/bulimia. Nel primo quindi squilibrio, distruzione, mani che si tolgono il cibo dalla bocca per cercare di annullarsi nel corpo, mani che si danno pugni. Nel secondo equilibrio, costruzione, mani che si curano col cibo giusto e sano portato alla bocca, mani che accarezzano.
A chi si rivolge la sua opera? C’è un intento particolare che l’ha spinta a pubblicare questo libro?
Non mi do mai limiti quando scrivo di chi potrei raggiungere cioè non ci penso come non mi do limiti nel mio scegliere cosa leggere e poter leggere. Ogni libro, ogni scrittore/uomo/persona nella sua esperienza di vita ha qualcosa da poter dare a qualcuno, un motivo per cui poter, dover essere letto. Come chiunque ha un motivo per essere ascoltato.
È la prima volta che partecipa al Salone del Libro di Torino? Se si, cosa si aspetta da questa esperienza?
Ormai sarà la quarta o quinta edizione alla quale partecipo ma rimane sempre uno o forse l’appuntamento dell’anno più rappresentativo al quale mi piace sempre non mancare, se possibile. Significa essere dentro al panorama italiano e internazionale col mio, di piccolo panorama e quindi vedere e farmi vedere. Interagire, promuovermi, conoscere, farmi conoscere e riconoscere. Ascoltare e cercare di farmi ascoltare. Imparare come si fa ad essere ascoltati meglio e ad ascoltare meglio. Insomma, un grande cinema e una grande scuola. Divertimento e lavoro.
Cosa rappresenta per lei la scrittura?
Un bisogno, una necessità fisica, mentale, di piacere oltre la professione. Una cura e un divertimento, un esercizio fisico e psicologico.
Secondo lei quali sono i motivi per cui vale la pena leggere il suo libro?
Dire perché ci sono spunti di riflessione è banale ma ci sono e derivano da tutta la mia gioia e sofferenza. Perchè la mia esperienza è unica come quella di tutti e di chi leggerà. Perchè oltre ad aver voglia di aiutare ho voglia e bisogno di essere aiutata anch’io col feedback dei lettori, per crescere, capire meglio il mondo, il mio e il loro.
Progetti futuri?
Libri in cantiere, presentazioni in giro per l’Italia, mercatini, interviste…Mi piacerebbe “portare” uno dei miei romanzi in teatro e sto lavorando per questo. Sarò a Massa Fiscaglia il prossimo 6 maggio con l’Associazione disabili “Il Volo” dove presenterò il mio libro “Diversamente amabile” edito da Argento dorato di Ferrara che narra della mia storia d’amore e appunto “disabilità2 con un uomo paraplegico. Sarò a Telese Terme il 7 luglio per la notte bianca e di nuovo nelle scuole tra i ragazzi a Sorrento in ottobre con la Dott.ssa Silvana Natale e l’associazione di volontariato “Cure della strada”.
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