MAURIZIO CHI, “GLI OCCHI AL MARE”

Dopo i primi due singoli, abbastanza ironici, arriva “Gli occhi al mare” molto più riflessivo rispetto ai precedenti. Ci parli del brano?

Gli occhi al mare è un’esigenza da parte mia, un urgenza nell’esprimere il bisogno di confrontarsi. Diciamo che tutto il mio progetto musicale è l’album che uscirà in autunno verte appunto sulla comunicazione e sui contrasti.

Gli occhi al mare forse è il brano che meglio esprime questo concetto in quanto è un mettersi forse dalla parte più adeguata a guardare il mare, quindi non dal mare verso la riva, bensì dalla riva verso l’orizzonte. Ti da quella sensazione di sperare e confrontarsi con qualcosa che non si conosce, qualcosa che sta al di la dell’orizzonte stesso.

MAURIZIOCHI1I singoli fino ad ora presentati faranno parte di un album, che vedremo nel prossimo autunno. Puoi anticiparci qualcosa?

In realtà abbiamo chiuso l’album da pochi giorni, posso anticiparvi che nell’album ci saranno quasi tutte le sfaccettature della mia personalità. Non sono canzoni una uguale all’altra, come già si è visto con i singoli presentati, molto diversi tra loro, ogni canzone ha una propria personalità sia dal punto di vista ritmico che dal punto di vista del testo.

E’ un album vario, sia un po’ come sono io e sia come dovrebbe essere la musica oggi.

Tu sei siciliano, ma per il video del brano “Gli occhi al mare” avete scelto la laguna veneziana, come mai?

E’ stata scelta la laguna di Venezia perché un po’ il Veneto è la mia regione adottiva, io vivo a Padova da tre anni ma poi per il fascino e la bellezza di un mare completamente diverso.

Diverso come lo sono tutti i mari della nostra penisola, noi abbiamo la fortuna di essere circondati dal mare e mai un mare è uguale all’altro.

Far vedere la bellezza di questo mare, del mare della laguna credo sia una interazione tra me che sono siciliano abituato a navigare dall’isola verso i luoghi sconosciuti all’approdare in un posto come il Veneto che poi ha delle particolarità uniche come quelle della laguna.

Invece da un punto di vista della realizzazione, ci sono state diverse collaborazioni importanti, ce ne parli?

Giacomo Triglia e Mirella Nania mi hanno dato tanto dal punto di vista umano. L’incontro con Giacomo è avvenuto in modo molto casuale, gli scrissi ed anche se ero un emergente ho ricevuto risposta, mi ha ascoltato e si è messo a disposizione del nostro progetto musicale.

Quando le cose partono con questo slancio naturale poi tutto il lavoro avviene in maniera quasi automatica e senza particolari problemi.

Com’è oggi fare musica per un artista emergente?

Io credo nella bellezza del web, perché a me ha aiutato molto è ovvio che quello che fai deve avere un suo effetto, certo c’è sicuramente più concorrenza, ma l’ascoltatore sa discriminare ed apprezzare il lavoro di qualità da quello più approssimativo e non professionale.

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