Dopo l’esperienza di “Banda Larga”, Petra Magoni e Ferruccio Spinetti ritornano nella versione a loro più consona “voce e contrabasso”. E’ questa la piccola meraviglia?
Sicuramente è anche questa. Ci piace preservare piccola meraviglia o magia, nata quasi per gioco dall’incontro di una voce ed un contrabasso. Non avremmo mai pensato, dodici anni fa, di fare tutto il percorso che ci ha accompagnato fino ad oggi. Inoltre, per noi, rappresentano piccole meraviglie anche gli undici brani che compongono questo nuovo disco, appunto “Little Wonder”.
La tracklist, come sempre, è di spessore e di grande contenuto artistico-musicale. Dal reggae di Bob Marley a successi più recenti, della canzone d’autore italiana e straniera. Ci svelate qualche curiosità sui contenuti di Little Wonder?
Come capita sempre anche in quest’occasione abbiamo seguito una cosa fondamentale per noi: l’istinto. Quando iniziamo a lavorare ad un disco, entriamo in studio, in questo caso particolare si è trattato di un teatro, che è quello di San Casciano vicino Firenze, concessoci in comodato d’uso gratuito ed in tre giorni abbiamo suonato e registrato circa cinquanta brani. Dopo di che, tiriamo le somme, riascoltiamo il tutto e non facciamo altro che scegliere le canzoni che ci sono venute meglio e che ci emozionano di più.
Per cui come accadde nel primo “Musica Nuda” anche in “Little Wonder” ci sono autori e mondi musicali totalmente lontani e distanti l’uno dall’altro, passando in men che non si dica da “Is t’his love” di Bob Marley a “Sei forte papà” cantata da Gianni Morandi. O ancora, per fare qualche esempio c’è “Far niente” che è un pezzo a cui io (Ferruccio Spinetti) sono molto affezionato, avendo una vera e propria fissa per ma musica brasiliana. Ovviamente era poi inevitabile un omaggio alla Francia, che è un po’ la nostra seconda nazione ove suoniamo regolarmente da dieci anni. Abbiamo pescato questa versione di “Stessa spiaggia e stesso mare” con il testo riadattato in francese, che in verità ha fatto Mina negli anni sessanta. Noi di solito, facevamo il discorso inverso, prendevamo dei grandi classici francesi con il testo riadattato in italiano.
L’album è registrato sul palco del Teatro S. Casciano di Siena. Come mai un teatro e non uno studio di registrazione?
Abbiamo avuto la fortuna in questi dodici anni, di aver fatto qualcosa come più di mille concerti, passando circa un giorno su due in un teatro. “Little Wonder” ci ha offerto un grande vantaggio, il ritorno alla formazione anomala: contrabasso e voce. Essendo solo in due, ci permette di registrare senza l’ausilio delle cuffie ed altre apparecchiature particolari, per cui quando registriamo è come se si simulasse un live o ancora come se ci si ritrovasse nel salotto di un’abitazione. Ciò ci permette di avere da un lato il vero suono del contrabasso nelle orecchie di Petra e dall’altro la vera voce di Petra nelle orecchie di Ferruccio e per un musicista questo è un valore aggiunto importantissimo sul piano emozionale.
L’uscita dell’album è anticipata dal tour, che ha preso il via qualche giorno fa. Il palco è la vostra essenza naturale, ogni anno mettete in fila decine di concerti in giro per il mondo. Cosa avete preparato, questa volta per il vostro pubblico? Ci saranno sorprese che renderanno “pezzo unico” ogni singolo appuntamento?
Si questo è un nostro grande classico, come sempre non ci limiteremo ai brani del nuovo album e neanche a quelle degli album precedenti. Andremo a pescare delle canzoni storiche del nostro repertorio alternandole a quelle del nuovo disco, così nelle tante date che ci aspettano avremo la possibilità di cambiare continuamente la scaletta per il divertimento di chi assisterà ai concerti ed allo stesso tempo anche per non annoiarci noi sul palco. Per cui chi verrà ad ascoltarci nelle prossime date potrà scoprire ed ascoltare buona parte di Little Wonder ma anche tante altre piccole e speriamo piacevoli sorprese.
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