Canzoni in ritardo, il vostro ultimo progetto discografico, ci descrivi come nasce questo progetto?
Questo progetto arriva abbastanza da lontano e contiene brani scritti in un arco temporale di circa sedici anni. Nel 2008, con la precedente band (Dardo Morato), arrivò l’idea di metterli assieme. Venuti, successivamente in contatto con Luca Pernici produttore di “Nome e Cognome di Ligabue, tralasciammo la promozione dell’allora nostro primo album “Primavera a gennaio” per tuffarci completamente in questo progetto ma che si rivelò di li a breve fallimentare e portò allo scioglimento della band. Rimasto da solo (Alessio Montagna, voce della band), cercai di mettere in piedi un nuovo progetto, i My Escort, lavorando allo stesso tempo alla stesura di nuovi brani. Dopo vari assestamenti della band ed alcuni anni siamo riusciti a chiudere il cerchio ed arrivare alla realizzazione di questo disco.
Spesso ci si ritrova a dover essere diversi da come si vorrebbe, questo è un po’ il tema del singolo “L’equilibrio”, ce ne parli?
Il tema de “l’equilibrio” è un tema che lega tutto quanto il disco. Ci sono dieci brani, nove dei quali parlano di relazioni terminate; siano esse con i luoghi di origine, siano esse con amori o con degli amici. Relazioni che per un motivo o per un altro sono terminate ed il tempo ad esse destinate è stato destinato male.
Spesso nella quotidianità diamo per scontato certe cose e siamo portati a procrastinare delle scelte, delle decisioni, degli appuntamenti.
L’equilibrio, a differenza delle altre tracce, tratta di un conflitto ancora in essere. Anche nel video del brano è richiamato il concetto del conflitto con due storie in parallelo. Una a colori ed una in bianco e nero a rimarcare il contratto ed il conflitto delle scelte.
Nel campo musicale, specie per gli artisti non affermati, si riesce ad essere se stessi o in qualche modo si deve per forza rassomigliare a quello che vogliono gli altri?
Oggi l’omologazione, soprattutto a certi livelli porta una certa sicurezza, nel senso che l’industria discografica per investire soldi in un prodotto mira ovviamente ad avere un ritorno, per cui una volta intuito cosa cerca la massa si lavora sempre sulla falsariga di quel lavoro preconfezionato. Purtroppo l’arte non ha a che fare con il mercato, oggi il mercato si sostituisce perfino ai bisogni della gente. Dall’altra parte, e rispondo alla domanda, arriva l’artista che ha poco a che fare con il mercato, secondo è criticabile che un artista di livello sia costretto a dover buttare fuori continuamente qualcosa che non serve a nulla. Penso che un musicista per rispetto a chi lo ascolta e per rispetto di se stesso dovrebbe cercare di sfornare un prodotto solo quando ha effettivamente qualcosa da dire.
Quali i prossimi progetti ed impegni?
Proprio in questi giorni avremo la consegna di un master con alcuni brani nuovi, sei in acustico e quattro in elettrico, li utilizzeremo esclusivamente per ascolti agli addetti ai lavori in previsione di un nuovo lavoro discografico che sicuramente non vedrà l’entrata in studio prima del 2017. Se volessimo aprire il cassetto dei sogni, il prossimo lavoro vorremmo fosse un doppio album con due produttori artistici differenti, magari uno di respiro nazionale ed uno di respiro internazionale, stiamo scrivendo tantissime cose con l’impressione che stiamo crescendo moltissimo in questi ultimi mesi, il filo conduttore è quello della debolezza che l’animo umano ha, questo addormentamento generale che accompagna la società odierna. Parlerà anche di politica economica e qualche sociopatia dei giorni nostri.
Margherita Zotti © Copyright Backstage Press. All Rights Reserved