PER I SOGNI NON CI SONO SEGRETI

Inizia così la storia di Testa e Piedi, nemici per la pelle, ma costretti a dover dipendere gli Uni dall’Altra o l’Una dagli Altri. Il loro legame è palindromo. La vitalità delle loro storie, da quando si sono incontrati più di cinquant’anni fa, sono il motivo della loro ancora duratura co-esistenza. Raccontare la propria esperienza lungo il tratto finale della via Francigena attraverso il dialogo serrato dei veri protagonisti: la Testa e i Piedi. E solo grazie alla collaborazione tra di loro, spesso caratterizzata da inevitabili battibecchi tra chi condivide tutto perché parte dello stesso Corpo, che si è potuto realizzare un sogno che non ha avuto segreti sin dai primi passi di quell’avventura, incominciata a Viterbo e conclusasi in Piazza San Pietro. Un percorso tra la Natura, la Storia e le esperienze di vita.

Ci parli del libro che porterà al Salone del Libro di Torino 2023: c’è qualche episodio legato alla sua genesi?

Con “Per i sogni non ci sono segreti” ho parlato di me in prima persona. Non come negli altri libri dove Claudio appare o scompare tra le pieghe di qualche personaggio. In quest’ultimo libro parlo di me attraverso l’esperienza che ho fatto percorrendo a piedi gli ultimi cento chilometri della via Francigena in solitaria. I sentieri e tutto quello che ho vissuto tra Viterbo e Roma in sei giorni che rimarranno scolpiti nella mia memoria.

Ma non sono io in prima persona a parlarne, bensì la mia Testa e i miei Piedi, in un dialogo serrato tra di loro che mette, almeno spero, in risalto il fatto che in noi stessi e nella società non ci si deve esclusivamente fidare delle sole proprie forze, ma si deve essere umili nel chiedere supporto a chi ci sta attorno.

Spero di riuscire a trasmettere le riflessioni che ho fatto durante quell’esperienza.

A chi si rivolge la sua opera? C’è un intento particolare che l’ha spinta a pubblicare questo libro?

Chi, come me, ama camminare per conoscersi meglio e conoscere meglio i luoghi che attraversa. Nel mio libro non ci sono solo riflessioni (che a volte rasentano la filosofia), ma anche brevi descrizioni dei luoghi ho attraversato (la Tuscia), sperando di incuriosire qualche lettore ad andare a visitarli.

Questa volta, però, la prima persona alla quale ho pensato mentre scrivevo ero io, perché ho intrapreso la via Francigena, una sfida che posso orgogliosamente dire di aver vinto, a giugno del 2020, immediatamente dopo l’apertura dal primo lock down per il Covid.

È la prima volta che partecipa al Salone del Libro di Torino? Se si, cosa si aspetta da questa esperienza?

Non è la prima volta che partecipo al Salone del Libro di Torino, ma rimane sempre un’esperienza che emoziona come la prima volta. Sapere di essere parte di una enorme comunità di scrittori e lettori ha sempre un suo perché. Ma quest’anno sarò presente insieme agli altri autori della SBS e ciò mi dà una spinta emotiva maggiore perché secondo me fare squadra con altre persone, che condividono qualcosa della mia vita, è fondamentale ed eccitante.

Cosa rappresenta per lei la scrittura?

La scrittura è terapeutica. Ho sempre avuto diari ai quali confessare i momenti di gioia, di preoccupazione e di dolore. Grazie ai miei diari ho imparato a conoscermi, andando anche a rileggere quanto avevo scritto qualche giorno prima, o magari anni prima.

E poi, ho avuto sempre il gusto della bella grafia, dello scrivere in maniera chiara (oltre che cercare di esprimermi al meglio per evitare incomprensioni con le persone). Sono sempre stato attratto dalla scrittura con penna e su foglio, al punto che mi rendevo conto (e lo faccio ancora oggi) del mio stato d’animo da quanto calcavo la penna oppure da quanto ero disordinato nella grafia.

Scrivere (e pubblicare i miei scritti) è anche, per me, un modo di non nascondere più quello che realmente sono. Cerco ovviamente di approvazione e, quando succede, cerco di ascoltare le critiche. Ma non tutto è pubblicabile, perchè ci deve sempre essere qualcosa di esclusivamente proprio e strettamente personale.

Scrivere, infine, è poter raccontare anche storie di cui sono venuto a conoscenza e che, a mio avviso, meritano di essere conosciute.

Secondo lei quali sono i motivi per cui vale la pena leggere il suo libro?

Riflessione: perchè il mio romanzo permette di riflettere su noi stessi e sugli altri.

Ilarità: perchè Testa e Piedi possono essere tranquillamente paragonati a Stanlio e Olio oppure a Gianni e Pinotto.

Conoscenza: perchè tra le righe della storia si toccano dei luoghi unici dell’Italia.

E poi, sicuramente il motivo principale è sognare!

Progetti futuri?

Il Salone Internazionale del Libro di Torino, dove sarò presente insieme agli altri autori di SBS allo stand

Poi incomincerò a muovermi in giro per l’Italia per promuovere il libro. Prendo sempre come scusa la presentazione di un mio libro per andare a trovare i vari amici che ho sparsi in giro per l’Italia.

Ovviamente, come nelle migliori tradizioni, sto elaborando mentalmente la prossima storia che vorrò raccontare e della quale posso solo accennare che non sarà ambientata in un luogo più o meno circoscritto, ma toccherà vari punti della penisola italiana.

Ogni venerdì, sul sito di SBS, potrete seguirmi nelle passeggiate che faccio settimanalmente alla scoperta dei posti meno conosciuti di Roma.

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