PERIMETRO CUBO, L’ULTIMA OVVIETA’

Ph: Massimo Melone
Ph: Massimo Melone

Perimetro Cubo è un duo romano nato dall’incontro tra il cantautore Luigi Santilli e Andrea Orsini, chitarrista, arrangiatore e polistrumentista. Come avviene quest’incontro e come nasce il duo?

Conosco Andrea da tanti anni ed essendo lui polistrumentista l’ho conosciuto proprio perché volevo migliorare il mio suonare la chitarra ed invece abbiamo cominciato a riarrangiare delle cose che avevo scritto. Da li poi è nata una collaborazione ed abbiamo cominciato a scrivere assieme, ci siamo trovati bene ed è nata questa cosa un po’ curiosa.

Perimetro Cubo, come duo, è un nome, un concetto che non esiste in matematica ed è un po’ un gioco tra due realtà ed anime molto diverse tra loro.

“L’ultima ovvietà” una serie di racconti di incontri, desideri, rimpianti. Ci presenti questo lavoro?

L’album nasce, possiamo dire, in momenti diversi della mia vita. La gran parte della produzione è abbastanza recente, ma ci sono anche delle cose che vanno indietro nel tempo. E’ frutto delle analisi, di fotografie di momenti particolari della vita, molto guardando all’interno di se stessi. Musicalmente, invece, i pezzi sono diventati anche li un tentativo di raccontare queste sensazioni con le atmosfere musicali un po’ diverse tra di loro; con brani acustici, brani rock e via dicendo cercando di non fare cose tutte uguali.

Oltre a me ed Andrea l’album è stato registrato con la collaborazione di musicisti molto bravi che sono: Pierpaolo Ranieri (basso), Pasquale Angelini (batteria e percussioni), Alessandro Forte (piano e tastiere) e Stefano Semprini (violino).

I musicisti che hai appena menzionato, sono poi gli stessi che vi accompagneranno nei live?

L’idea è quella, molti di loro ci saranno e ci piacerebbe che fosse così, ma non sempre si riesce a far coincidere gli impegni di tutti.

Ogni brano si presenta con una propria identità, una sorta di anima musicale che caratterizza il testo. E’ stato un aspetto voluto? Magari dipendente dal fatto che i brani non sono tutti nati nello stesso periodo?

Un po’ è avvenuto in modo naturale nella costruzione stessa dei brani e poi nella finalizzazione del lavoro c’è stata anche un po’ una ricerca verso questo aspetto, una volontà di non seguire gli stessi cliché.

L’ultima ovvietà può essere in qualche modo legato alla società attuale, ove magari con la globalizzazione tutto sembra in qualche modo troppo ovvio ma che poi in realtà non lo è?

Direi di si ed è un po’ lo spirito di questo titolo, che è anche un po’ autoironico nel senso che l’ultima ovvietà richiama un qualcosa di profondamente banale ma anche la canzone a cui fa riferimento risulta esser e poi una canzone molto amara in cui non c’è neanche uno spiraglio di ottimismo vuol rappresentare che anche le cose, che viste da fuori, sembrano banali, un film già visto quando le viviamo sulla nostra pelle diventano dei percorsi e delle esperienze molto complesse.

Quali invece i progetti futuri?

Stiamo scrivendo dei pezzi nuovi, quindi non so quando ma penso abbastanza presto usciremo con qualcosa di nuovo, che sia un disco intero o qualche altro brano. Vorremmo uscire tra fine anno e l’inizio dell’anno prossimo.

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