Roberta Di Lorenzo, “Adesso Guardami”

Il tuo ultimo lavoro discografico “Adesso Guardami”, undici brani molto autobiografici ci racconti un po’ l’album?

Anzitutto c’è un nome importante che vorrei citare ed è quello di Paolo Iafelice che è il produttore di questo album, che è riuscito a farmi ritornare sulle scene in quanto ero un po’ indecisa se scrivere un album o meno, ma poi confrontandomi con lui mi ha spinto a realizzare questo lavoro. Adesso Guardami è semplicemente una richiesta di attenzione, penso che un aspetto abbastanza tralasciato oggi è quello della cura verso le cose e verso le persone. Adesso Guardami è quindi come un adesso ascoltami.

roberta di lorenzo 1Parli di piccole cose della vita di tutti i giorni, amore, sofferenza, ma soprattutto rinascita. Quanto è importante non arrendersi e trovare la forza per ripartire?

Io considero la crisi come un buon trampolino di lancio per ripartire, quando c’è crisi significa che ci si sta ponendo un punto di domanda e quindi ci stiamo spostando da una stasi, per cui la trasformazione è inevitabile. Per me è stato così, il dolore di cui parlo è un dolore che viene affrontato e superato. Tutte le emozioni che una persona vive sono dei colori che fanno parte della nostra vita, quindi non solo dolore, sofferenza ma anche ironia un accumulo di sentimenti.

Del resto, questo è un concetto molto attuale nella società moderna. Il mettersi in gioco e non fermarsi a guardare.

E’ una società che fagocita, quindi siamo spesso parte di questo meccanismo velocissimo. Ciò anche per la musica, pensiamo a quanta musica gira, musica molto bella ma anche musica spazzatura, tutti suonano, tutti cantano perché adesso ci sono questi mezzi che permettono di farlo, il che è un bene quando tutto ciò è supportato dalla qualità ma dall’altro canto è un male perché confonde molto di più rispetto al passato.

Questo è il tuo terzo album, tu scrivi sia i testi che la musica. Come è cambiato, in questo arco di tempo, il tuo modo di scrivere?

E’ cambiato in maniera parallela a quanto sono cambiata io. Il primo album era un album molto coraggioso era un lavoro molto classico non sembrava neanche di una debuttante. Nel secondo c’è stato un salto nella musica, un album che lasciava capire bene cosa volevo. Con questo metto una nuova pietra, un’autobiografia con il coraggio di espormi e non nascondermi dietro frasi fatte o storie che non sono mie, ma ho scelto di parlare proprio di me e della mia vita.

E’ un album che va a completare la mia esperienza musicale anche dal punto di vista della musica.

Nel brano che da il titolo all’album c’è un passaggio che dice “restituire al palco quello che mi ha dato”. Com’è il tuo rapporto con il palco e con il pubblico che ti segue?

Di grande onestà, sincerità, umiltà. Anche se negli anni passati ci sono stati dei momenti di grande sicurezza ed anche un pizzico di arroganza, ma poi andando avanti si fa il percorso inverso e si capisce che ci sono tanti vuoti ancora da colmare e quindi si restituisce un po’ quello che lui ti da. Se ci si approccia, da un punto di vista artistico, senza bugie senza menzogne il ritorno è sicuramente appagante.

Cerco di unire i caratteri della mia vita, con i caratteri della mia arte, fondendo il tutto.

Alfonso Papa for Backstage Press © Copyright 2013-15. All Rights Reserved

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