Songwriting in musicoterapia

Il Songwriting (letteralmente “scrittura di canzoni”) è una tecnica che da alcuni anni si sta affermando in campo musicoterapico; il riferimento di questa metodologia è la Musicoterapia Musico-Centrata (MMC), metateoria sistematizzata da Kenneth Aigen nel 2005. l’idea base della MMC è che la musica, in particolare il “fare musica”, sia il mezzo e soprattutto l’obiettivo principale della terapia musicale, quindi i sostenitori di questo approccio preferiscono definirsi come dei musicisti che lavorano in contesti terapeutici piuttosto che terapisti che usano la musica come strumento per raggiungere degli obiettivi che non sono specifici o esclusivamente musicali; quindi per la MMC il clinico ed il musicale non sono separabili, i mezzi e i fini musicali quindi coincidono.

Group of children singing and playing guitar together in the forLa tecnica trasversale del songwriting ha il vantaggio di essere prima di tutto una tecnica adattabile  e flessibile rispetto al contesto, dove il lavoro può essere sul singolo o sul gruppo, un gruppo aperto e non omogeneo. Si tratta di una tecnica terapeutica e compositiva proponibile dai bambini molto piccoli fino alla persona molto anziana, dal ritardo mentale al malato terminale oncologico.

Un punto di forza della composizione di canzoni è la valorizzazione dei vissuti dei partecipanti al gruppo, storie sonoro/musicali degli ospiti di una struttura, degli operatori, dei familiari, del musicoterapeuta stesso.

La Canzone – attività proponibile ed usufruibile da tutti –  racchiude e fonde in sé i vantaggi proposti da singole tecniche normalmente usate in musicoterapia, quali:                                                                      

  • l’ascolto
  • l’esecuzione
  • l’uso della voce
  • la creazione di un prodotto
  • l’uso degli strumenti
  • la drammatizzazione del testo
  • la realizzazione di un musical
  • l’incisione di un disco
  • la creazione di un videoclip

chi non se la sente o non può cantare non viene escluso dal processo creativo ma può essere coinvolto a vari livelli:

  • soggetto della dedica (questa canzone è per te)
  • partecipazione nella creazione del testo
  • trascrizione del testo
  • trascrizione della musica/partitura
  • intervento strumentale
  • intervento vocale come parte di un coro
  • intervento vocale come solista
  • registrazione audio/video
  • idealizzazione e realizzazione della coreografia
  • idealizzazione e realizzazione della scenografia (in caso di video)

la canzone non è caos, è una forma. È una struttura organizzata nel tempo; fornisce una traccia sia per chi è ritirato, chiuso in sé stesso (e in questo caso è un contenitore rassicurante soprattutto se cantata in coro) sia per chi vuole invece un pretesto socialmente accettato per mettersi in mostra (quando si fa fare il solista a qualcuno).Friends singing songs in park having fun together

Una canzone composta durante un incontro di musicoterapia può essere cantata, ascoltata, eseguita, commentata, ballata, registrata da molte persone, ad opera dei protagonisti del processo creativo, ma anche dalle persone che ruotano intorno a questi ultimi: familiari, amici, colleghi, ecc….

La MMC prevede che il musicoterapeuta sia un musicista o comunque una professionista con fondamentali conoscenze e competenze musicali, prima di tutto di tipo armonico-esecutivo, deve essere quindi in grado di suonare uno strumento armonico pianoforte, chitarra…), per poter eseguire il prodotto elaborato in fase di setting. Altre competenze richieste all’operatore, perché sia in grado di essere un buon facilitatore nella composizione di canzoni, sono quelle riguardanti la metrica, la capacità di non ripetitività, la conoscenza di metafore ricche, forme retoriche e quanto venga richiesto da una buona conoscenza linguistica.

È comunque da evidenziare che questa strategia non sia sempre applicabile, non in tutti i contesti e non con tutti i tipi di utenza, in particolare quando si presenti un quadro clinico dove sono rilevate forti difficoltà legate all’espressione e comprensione verbale e/o difficoltà legate alla sfera cognitiva.

La tecnica della canzone facilitata consente all’utente o al gruppo, opportunamente facilitato dal musicoterapeuta, di creare una canzone originale. Il processo della canzone facilitata avviene in sei fasi:

  • scelta di un contenuto
  • favorire l’espressione verbale dell’utente stesso raccogliendo le idee con un metodo di brainstorming
  • traduzione delle idee in versi
  • abbinare una musica a questi versi
  • eseguire con voce e/o strumenti in prodotto
  • registrarlo/archiviarlo

l’utente o il gruppo è coinvolto e partecipa, in base alle sue possibilità, in ogni passaggio di questa procedura, partendo dalla creazione di un contesto ed un clima favorevole alla condivisione attraverso l’instaurazione di una relazione empatica, in modo che chi partecipa percepisca che può fidarsi del terapista, del luogo e – naturalmente – della musica.

La composizione guidata di canzoni può essere usata per:

  • offrire la possibilità agli utenti di esprimersi, di comunicare in modo protetto ciò che stanno provando, le loro emozioni, i loro stati d’animo ma anche ciò che provano nei confronti delle persone che con loro si interfacciano: parenti, amici, colleghi, personale, figure istituzionali, ecc.
  • creare una modalità alternativa di approccio alla realtà favorendo una modificazione del pensiero
  • incoraggiare e promuovere lo viluppo e l’autoconsapevolezza
  • lasciare un messaggio, una testimonianza alle persone, una specie di testamento musicale
  • condividere con altri i propri vissuti, raccontarsi
  • fare un regalo, un dono a qualcuno
  • sfogare le proprie ansie, frustrazioni, rabbie, paure, incomprensioni, disagi
  • denunciare quelle situazioni che vengono vissute come delle ingiustizie
  • sentirsi accettati, promuovere ed aumentare l’autostima
  • sentirsi accettati, promuovere ed aumentare l’autostima
  • sentirsi protagonisti di un evento in prima persona
  • vivere un’esperienza positiva e di forte gratificazione
  • promuovere l qualità benefiche insite in un atto creativo
  • ristrutturare pensieri distruttivi e disfunzionali
  • riabilitare un deficit cognitivo

per ciò che concerne l’elemento strettamente melodico, si possono utilizzare musiche nate durante gli incontri oppure – modalità più utilizzata e facilitatrice – prendere “in prestito” musiche preesistenti, creando in tal modo, attraverso la tecnica del contrafactum,  “parodie” di canzoni conosciute.

L’esperienza della composizione di canzoni si presta a nuove applicazioni in campo musicoterapico, esperimenti che possono permettere ai partecipanti di portare fuori dalla propria anima, dal proprio cuore, dai propri vissuti interiori emozioni, desideri, frustrazioni, gioie e dolori, speranze e sogni, liberando tutto ciò dalle gabbie che ognuno di noi tiene dentro di sé.

Francesco Ruoppolo for Backstage Press © Copyright 2013-15. All Rights Reserved

Leave a Comment