“Adoriamo Beatles e Rolling Stones. E non chiedeteci da che parte stiamo, sarebbe come chiedere a un bambino se vuole più bene a mamma o a papà. Altre band che hanno avuto un impatto forte sulla nostra crescita sono Arctic Monkeys, Fratellis, Franz Ferdinand, Oasis, Kasabian, Libertines e, volendo uscire dalla Gran Bretagna, Strokes, Killers, Interpol. Ma anche band molto lontane dal nostro sound come Led Zeppelin, Who, Pixies, Sonics, Queens of the Stone Age, Guns ‘n’ Roses. Insomma, siamo in quattro, e ognuno di noi vi terrebbe almeno 24 ore a parlare delle proprie influenze musicali. God Save the Queen!” Brit rock all’ennesima potenza per i The D, il giovane quartetto campano che debutta con United States Of Mind, undici irresistibili pezzi tra elettrizzanti scariche rock e melodie a presa rapida.
Quattro facce, quattro giocatori per quattro pseudonimi. The Dabbler, aspirante doppiatore di cartoni animati destinato al microfono, chitarra e synth; The Danger, il cui pseudonimo è una garanzia, e le sue chitarre lo sanno bene; The Damned, il bassista che gode del principio di indeterminazione di Heisenberg: non saprete mai dov’è in un momento preciso, avrete solo la certezza che esiste; The Dario, polistrumentista reduce da diversi progetti e relegato, ingiustamente, dietro una batteria. Nati ad Avellino nel 2010 con un film e una lettera in mente, ovvero la D di Jack Black in Tenacius D And The Pick Of Destiny, i The D debuttano dal vivo nel 2011, nel 2012 pubblicano il primo singolo The Book of Guinness, nel 2013 il primo EP Alf (distr. (R)esisto). Il 25 novembre 2015 arriva l’atteso album d’esordio United States Of Mind, distribuito da Audioglobe, presente sulle principali piattaforme digitali, con streaming in anteprima su Rockerilla.
USM nasce grazie al sostegno dei raisers in una fruttuosa campagna di crowdfunding: “Il loro apporto è stato fondamentale, sia da un punto di vista pratico che affettivo. Rendersi conto di quante persone avessero voglia di contribuire alla nascita ed alla crescita di questo progetto è stata una spinta fortissima. La nostra impressione è che il fundraising sia sottovalutato e spesso frainteso. Non possiamo nascondere che non è stato semplice dare una risposta a tutti quelli che ci hanno chiesto il perché di questa scelta, l’impressione è che si sia ancora molto legati al concetto di “acquisto” e di “merce”. Non è stato semplice spiegare che non si stava chiedendo di “comprare” un disco ma di realizzarlo insieme. Alla fine questa idea è passata e fortunatamente abbiamo ricevuto una risposta al di sopra delle nostre aspettative”.
Il frizzante brit rock di USM ha trovato forma durante un lungo ritiro in campagna insieme al produttore Federico Carillo: “Registrare l’album è stato come costruire il Millennium Falcon con le Lego, abbiamo dovuto assemblare “il più veloce pezzo di ferraglia di tutta la galassia” mattoncino per mattoncino. Per noi è stata un’esplorazione continua, abbiamo sperimentato tanto, abbiamo registrato una traccia di chitarra attraverso un mattone, reso partecipe un albero delle sessioni di incisione della batteria, utilizzato un giubbotto come shaker e giocato con l’olofonia. Lavorare con Carillo è stato estremamente interessante e stimolante, molti brani sono rinati grazie a questa collaborazione. L’ingresso del synth ci ha aperto mille altre strade sonore, arricchendo e completando il sound della band che resta, comunque, fedele a quanto già espresso in Alf“.
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