Pio Spiriti Fai Spazio al Cuore

Pio Spiriti - 31052016E’ da poco terminata l’esperienza Capitani Coraggiosi, con Claudio Baglioni e Gianni Morandi, com’è stato vivere questo viaggio musicale a fianco di due icone storia della musica italiana?

Se qualcuno mi avesse detto qualche anno fa, suonerai per questi due artisti per un tour che non avrà parametro di confronto, non ci avrei scommesso un centesimo.

Forse sono le proprio le situazioni più incredibili, quelle che alla fine lasciano un segno indelebile, come questo tour sensazionale. Baglioni e Morandi sullo stesso palco. Una strepitosa scommessa!!! Ho davvero imparato molto da questi due artisti di grande professionalità e talento.

Onorato e grato di esserci stato. Ora tutto è chiaro, so perchè durano da più di quarant’anni, e so anche che non tramonteranno mai.

Sei conosciuto al grande pubblico proprio per la storica collaborazione con Claudio Baglioni, ma oltre ad essere musicista nei suoi tour – musicalmente parlando – di cosa si occupa Pio Spiriti?

Pio Spiriti è un umile menestrello della musica, un pò girovago in continua ricerca del senso delle cose. Corro dietro al tempo, traccio progetti, qualcuno riesco a realizzarlo altri vanno in fumo insieme ai sogni di realizzo, ma non mi arrendo.

Scrivo, arrangio, elaboro, vivo nella “musica”. Cerco di insegnarla mettendo a disposizione me stesso e le piccole esperienze che mi hanno formato.

Fai spazio al cuore, il tuo ultimo lavoro discografico. Come mai questo titolo e come nasce l’idea di questo lavoro?

L’idea nasce proprio dal titolo di questo nuovo lavoro, dalla necessità di “fare spazio al cuore”  e di riempirlo di emozioni, perché questo è quello che mi fa star bene e mi stimola, oltre che dal bisogno di sperimentare quel senso di libertà che ti viene dal poter spaziare alla ricerca di una libera e personale interpretazione di musiche da film ormai epiche.

La cover dell’album, richiama una busta da lettera scritta con una grafia a mano. In un momento ove le comunicazioni avvengono quasi totalmente a mezzo web come mai questo richiamo alla lettera per così dire “tradizionale”? Del resto anche la scelta di realizzare un supporto fisico è un po’ controcorrente, no?

Il mondo sta mutando alla velocità del “suono”, un suono fuori dalla mia portata e una “nota” che faccio fatica ad identificare. Proprio per questo, nell’epoca delle mail, dei post, e degli sms, che sono sicuramente dei ritrovati sbalorditivi e futuristici ma “freddi”, mi è piaciuta l’idea di tornare indietro nel tempo e di spedire una tradizionale “lettera” (musicale), della serie “addio mio bel passato”, quel passato di sogni a cui sono particolarmente legato. E’ una lettera scritta di mio pugno, accuratamente compilata in ogni sua parte, con la voglia di recapitare al “destinatario” una piccola  e personale parte di me, come se fosse indirizzata ad una persona cara e familiare, magari con un’attesa di risposta, creando così quella illusione di “ricevere” e di congelare, per un istante, questo irrefrenabile futuro che “corre”!

Come dicevamo all’inizio collabori con diversi musicisti ed hai modo di vivere personalmente l’impatto della musica con il pubblico. Com’è oggi fare musica in Italia?

Per fare musica in Italia oggi ci vuole determinazione e un bel po’ di coraggio. Bisogna confrontarsi con musicisti professionisti ma anche con quelli improvvisati, con quelli che sono stati capaci di fare a meno della vecchia gavetta e che hanno costruito la propria fama sui canali di internet e programmi televisivi. Quelli che contano i click su youtube, per intenderci, quelli che in alcuni casi hanno in effetti raggiunto il successo in questo modo. Ecco perchè dico che ci vuole coraggio. Questo sistema è denigrante e scoraggiante per chi vuole crescere nel professionismo.

Se invece dovessi dare un consiglio ad un giovane che vuole intraprendere lo studio della musica?

E’ importantissimo partire dalle basi fondamentali della musica. Dedizione, studio e qualità, quindi significa non essere improvvisati  significa pazienza di raggiungere gli obiettivi prefissi senza cercare    strade veloci e alternative “facili”. In questo modo non si arriva da nessuna parte, salvo qualche strano stranissimo caso, in cui la massa ne decreta il successo.  In quel caso dobbiamo arrenderci, ma l’essere musicisti veri è un’altra cosa.

 

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