Renato Caruso, Aram

ph: Livio Mallia
ph: Livio Mallia

Aram il tuo ultimo lavoro, racchiude undici composizioni. Come nasce questo lavoro?

E’ una raccolta di brani che ho composto negli anni. Aram è semplicemente il nome della mia compagna al contrario, quindi Aram è Mara. Sono undici tracce di vario genere, c’è anche una piccola tarantella che mi riporta alle mie origini. Si va dal classico al pop leggero.

L’album è un viaggio in giro per le varie culture, in giro per l’Europa. Immaginandolo come una valigia cosa ci hai messo dentro?

Sicuramente il suono, il riavvicinarsi ai vecchi suoni, tipo quello dei Beatles. Alcuni brani si rifanno molto a questi suoni, si diciamo che nell’ipotetica valigia metterei sicuramente i Beatles perché fanno parte di me.

Poi tanti piccoli ricordi che più che ad oggetti associo a persone, come per esempio Pino Daniele che fa parte della mia vita. Come oggetti forse uno spartito classico, visto che vengo dal conservatorio.

Un viaggio per l’Europa, ma senza mai perdere di vista le proprie origini. Quanto è importante non smarrire le proprie radici?

E’ molto importante, io sono di Crotone ed a diciotto anni mi sono trasferito prima a Bologna e poi a Milano, ma ogni volta che posso ritorno sempre nei miei luoghi d’origine. Quando senti il profumo della tua terra è diverso. La musica, le tradizioni, la cultura, tutto quello che c’è.

Hai citato Pino Daniele a cui hai anche dedicato un libro che parla dei vari modi di fare musica. Come ti poni nella musica suonata con lo strumento e quella ricostruita elettronicamente?

Tutto parte sempre dalla cassa acustica, ma per poi poter sfruttare al meglio questa cosa c’è bisogno della tecnologia ed a volte le due cose possono anche unirsi. Nel mio disco non l’ho fatto, ma l’ho fatto nel libro spiegando che cosa è l’informatica musicale. In questo libro cito Pitagora e Steve Jobs che sono le due persone che hanno influenzato questo mondo, il primo che ha scoperto la vibrazione ed il secondo che ci ha portato all’mp3 che è la chiave della musica odierna.

Nell’album una dedica a Paco De Lucia, come mai?

Paco De Lucia, perché da chitarrista classico doveva esserci per forza nel mio repertorio. Volevo dedicare qualcosa a lui e nel brano ci sono dei tocchi che ricordano molto il flamenco o virtuosismi che lo ricordano.

Infine troviamo Super Pablo, questa volta andiamo nel mondo dei videogiochi?

Da piccolo mi hanno sempre incuriosito tutte le colonne sonore die videogiochi e nell’album ho voluto fare una piccola colonna sonora che richiama quella di Super Mario. Sembra semplice, ci sono poche note ma vanno suonate in modo precise altrimenti il brano non rende.

Margherita  Zotti © Copyright Backstage Press. All Rights Reserved

Comments are closed.