STEFANO GASPARRINO, T’IMMAGINO

Chi è Stefano Gasparrino?

Stefano Gasparrino è un ragazzo di 46 anni innamorato da sempre della musica e che ne ha fatto di essa la sua ragione di vita.

Due inediti scritti entrambi da Roberto Rosati, come nasce questa collaborazione?

Si, questa collaborazione nasce a dicembre 2021, nasce da un incontro casuale, io e Roberto ci conosciamo da sempre ma non ci vedevamo da vent’anni ed io non sapevo nemmeno che lui scrivesse canzoni. Per cui un giorno mi contatta e mi dice “Stefano ho visto qualche tuo video e ti vorrei incontrare” e per una chiacchierata nasce la canzone T’immagino, una canzone autobiografica che segna un periodo della mia vita che stavo ancora superando.

A breve parteciperai al festival Mogol/Battisti, cosa ti aspetti da questa nuova esperienza?

Innanzitutto mi aspetto grandi cose, sono molto fiducioso, sto lavorando bene, ho l’entusiasmo a mille ma resto sempre con i piedi per terra perché si, di palchi ne ho calcati, ma di questa importanza ancora no. Ci sarà la presenza di Mogol, ci sarà un parterre di un certo spessore.

Se dovessimo dare uno sguardo verso il futuro, con chi ti piacerebbe collaborare?

Bella domanda, i sogni vanno sempre in alto, io sono un sognatore, vivo di un motto, ed è una canzone di Toto Cutugno e cantata da Peppino Di Capri, si chiama il sognatore “son diventato un sognatore perché chi sogna, delusioni non ne ha” noi continuiamo a sognare, magari un grande autore come quello che ci sarà quella sera al Festival, impazzirà e vorrà scrivere una canzone per Stefano Gasparrino, chissà.

Sin da giovane hai fatto molto piano bar, in linea generale che rapporto hai con il pubblico e con i live?

Dopo trent’anni di esperienza, con il pubblico ho un rapporto molto disinvolto, c’è l’impatto con lo stesso, non sai mai che pubblico ti ritrovi, ovviamente se non rompi il ghiaccio non riesci mai a capirlo, avendo trent’anni di bagaglio, uso la mia solita tattica per capire i gusti del pubblico, nonostante possa anche capitare una serata NO, siamo pur sempre umani.

Ci racconti il momento esatto in cui hai capito che la musica potesse andare ben oltre la passione?

Certo, è una cosa ben chiara per me. Ho iniziato a debuttare con il piano bar a 16 anni e l’ho capito due anni prima, a 14 anni. Questa passione mi piaceva tanto ed ho pensato che potesse diventare un lavoro, la notte mi svegliavo e dovevo trovare un accordo per qualche canzone.

Io nasco da autodidatta, e l’ho capito quando qualcuno mi ha ascoltato ed ha apprezzato, quindi ho deciso di provarci, e poi c’ho preso gusto ed ho capito che senza questo lavoro non potevo stare.

Quanto ha inciso la pandemia sulla tua musica?

Ha inciso tanto, mi ha dato il coraggio di pubblicizzarmi, devi sapere che io per 28 anni non mi sono mai pubblicizzato, ho lasciato sempre che fossero gli altri a farlo, perché sono stato sempre timido. Ho superato questa cosa quando ho fatto un video amatoriale ed ho avuto qualche visualizzazione. Poi è arrivata una persona molto speciale per me, che non conoscevo ed aveva sentito il brano sul web, mi ha contattato e pian piano ha deciso di prendersi cura di me, di seguirmi e parlo di Selvaggia Ravelli, la mia Manager, mi sta pubblicizzando molto, cura la mia immagine, lavora sotto il profilo psicologico per preparare un’artista ai grandi palcoscenici ed io sono molto felice di aver trovato questa persona.

Oltre agli impegni già in programma, hai già progetti futuri?

Si, in verità con lo stesso brano ho avuto una convocazione a due festival che si terranno ad ottobre a Taranto ed il brano ha superato le prime fasi accedendo alle fasi finali del festival.

 

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