UN PASSO FUORI DALLA NOTTE – Luca Monaco

Ci parli del lavoro che la sua associazione ha presentato a Casa Sanremo.

Il libro è intitolato “Un passo fuori dalla notte”, edito dalla Longanesi e scritto da Raffaele Sollecito, assolto, all’esito di un lungo iter processuale, dall’accusa di avere ucciso Meredith Kercher, una giovane studentessa universitaria, in concorso con altre due persone, Amanda Knox e Rudi Guede. Il processo, noto ai più come “il processo di Perugia”, ebbe una notevole risonanza mediatica su cui, per molto tempo, furono realizzate intere trasmissioni televisive. Non mi soffermo sui contenuti specifici del testo per non anticipare e sostituirmi all’autore, che sarà presente alla kermesse di Casa Sanremo e avrà modo di approfondire i passaggi più significativi del libro

Perché avete deciso di partecipare a Casa Sanremo?

Nova Juris è un’associazione costantemente impegnata nella sensibilizzazione e nella promozione della cultura dello Stato di Diritto, delle garanzie, del giusto processo, della funzione rieducativa della pena e di tutti i diritti e le libertà fondamentali solennemente sanciti dalla nostra Costituzione. Sotto questo profilo, riteniamo che uno degli aspetti più deleteri sia l’eccessiva spettacolarizzazione dei processi. La Giustizia mediatica è naturalmente più rapida di quella giudiziaria e talvolta finisce per assecondare e sobillare l’istinto giustizialista e colpevolista che alcuni reati determinano nell’opinione pubblica. La conseguenza è che le “sentenze” sommarie, quelle maturate nel lettore, nel telespettatore o nell’utente dei social network assumono un valore superiore rispetto alle sentenze emesse successivamente nelle Aule di Tribunale, sicché persino una persona assolta dalla Magistratura può restare vittima sine die dello stigma sociale derivante dal pregiudizio. La vicenda di Raffaele Sollecito potrebbe essere emblematica in tal senso

E che cosa si aspetta da questa partecipazione?

Nel 2016 organizzammo a Salerno un convegno sul tema della Giustizia mediatica. A quell’incontro intervenne, tra gli altri relatori, anche Raffaele Sollecito. L’auspicio per questa partecipazione a Casa Sanremo è lo stesso che io e i colleghi di Nova Juris ci ponemmo in quella circostanza: provare a capire quale sia la linea di demarcazione tra il diritto-dovere di informare e quello di tutelare i diritti di chi è sottoposto a un procedimento penale, stimolando una riflessione seria e attenta su una questione sempre attuale e che può astrattamente riguardare tutti. L’esperienza di Sollecito, cristallizzata nel suo libro, può esserne il pretesto, perché riconduce alcuni rilevanti principi giuridici, che possono apparire del tutto astratti a chi non è del settore, in una dimensione umana, reale, concreta.

Descriva il testo con tre aggettivi

Emozionante, emblematico, illuminante

In questo momento storico così doloroso e difficile, qual è il ruolo che gli autori sono chiamati a svolgere?

In generale, penso che un testo raggiunga il proprio obiettivo quando, direttamente o indirettamente, riesca a trasmettere un messaggio, sia che esso arrivi alla sfera emozionale del lettore oppure che ne investa la parte più razionale. Questo deve essere l’obiettivo di un autore, a mio avviso: stimolare la riflessione, suscitare un’emozione, comunicare un messaggio, condivisibile o meno che sia

Ci regali un breve stralcio del testo che la sua Associazione presenta.

Come Le dicevo prima, non voglio spoilerare l’autore. Però le dico che mi hanno colpito particolarmente tutti i passaggi in cui Sollecito rivela a chi legge gli aspetti emozionali, le proprie sensazioni, nei momenti più difficili della sua esperienza umana e giudiziaria. Perché la sua vicenda è nota, basta cliccare su google per ricostruire nei dettagli tutti i passaggi giudiziari che l’hanno scandita e persino quelli di gossip. Ciò che è davvero interessante è il profilo umano dell’imputato Sollecito, prima e dopo l’assoluzione definitiva.

Valeria Marzoli © Copyright Backstage Press. All Rights Reserved

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