“La Grande Magia” al Teatro Bellini di Napoli: dall’Eduardo del dopoguerra al figlio Luca dei giorni nostri.

“La Grande Magia” del grande Eduardo de Filippo inaugura la stagione teatrale 2013/2014 del Teatro Bellini di Napoli. Alla regia il figlio d’arte Luca de Filippo che, nel riportare alla luce questa pièce, fa un ulteriore passo accanto alle orme del padre, avanzando nell’iter di riscoperta e riproposizione delle opere di Eduardo. Una “cantata dei giorni dispari”, come il drammaturgo e attore napoletano chiamò il suo repertorio di lavori più amari e malinconici, portata in scena per la prima volta nel 1948, senza grande successo di pubblico (quale già protagonista delle miserie della guerra, preferiva divertirsi con storie popolari piuttosto che essere portato a riflettere). Riallestita in passato solo in due occasioni: da Eduardo stesso nel 1964 a Trieste e in seguito da Strehler al Piccolo Teatro di Milano nel 1985. Saranno proprio Luca de Filippo e la sua compagnia EllediEffe del Teatro Stabile dell’Umbria a riesumarla per la terza volta e a presentarla dal 25 Ottobre al 3 Novembre 2013 al Teatro Bellini di Napoli, sulle cui tavole del palcoscenico si vedranno lo stesso Luca De Filippo con Massimo De Matteo, Nicola Di Pinto, Carolina Rosi.

 “La vita è un gioco, e questo gioco ha bisogno di essere sorretto dall’illusione, la quale a sua volta deve essere alimentata dalla fede..” diceva Eduardo a chiunque gli chiedesse il senso de “La Grande Magia”.

GRANDE_MAGIA_800Il tema principale di questa commedia è il rapporto tra realtà e illusione: Calogero Di Spelta si rende ridicolo per la sua sfrenata gelosia nei confronti della moglie Marta. I suoi sospetti non sono infondati poiché, in realtà, la moglie ha approfittato dello spettacolo di magia del Professor Otto Marvuglia per “sparire” grazie a uno dei numeri del mago e fuggire con l’amante: tutti lo sanno, tranne il marito che, “manipolato” da Marvuglia, continua a vivere in una perenne illusione impregnata di follia.  Il marito, infine, si avvinghia alla convinzione che in realtà Marta non è sparita ma è rimasta intrappolata in una scatola. Quando Marta tornerà dopo ben quattro anni, il marito respingerà quella donna per lui estranea: accettare il suo ritorno significherebbe accettare il suo abbandono e  sarebbe stato meglio continuare a credere che sia ancora nella scatola fedele e innamorata di lui. Egli farà la sua scelta, preferendo l’illusione all’amara verità e si legherà alla scatola per sempre.

Già in “Sik-Sik, l’artefice magico” Eduardo aveva trattato il tema della magia che evidentemente lo attraeva, ma si tratta di due opere molto differenti.  Il marito ingannato che si costruisce una sua finzione in cui vuole credere è un tipico personaggio del teatro pirandelliano, inoltre Eduardo scrive quest’opera in Italiano diversamente da come aveva operato con le precedenti.

“La Grande Magia” è, tra le opere del repertorio di Eduardo, quella in cui traspare un sottile pessimismo. Sorprende quanto la figura del mago Otto Marvuglia sia simile a quella degli imbonitori imbroglioni delle nostre televisioni. Siamo di fronte a un Eduardo universale, perché si tratta di un’ attualissima metafora che, come spiega Luca De Filippo, “ci consegna l’immagine di un’Italia immobile, un Paese che si lascia scivolare in un insensato autoinganno”. Niente di più attuale:  Eduardo del secondo dopoguerra  si riferiva certamente al rapporto tra il mondo del teatro e quello degli spettatori, fatto di limiti invisibili ma invalicabili, ma ci parla anche della crisi di un autore teatrale alle prese con il pubblico di quegli anni e si accorge che il mondo, cieco e sordo, preferisce non guardare in faccia la realtà e vivere nell’illusione di una vita spensierata, di un teatro d’intrattenimento.
“La vita è come un’opera di teatro” diceva Chaplin, “Tutto il mondo è palcoscenico” scriveva Shakespeare, ma il teatro, in effetti, è una grande magia: trasporta il pubblico in un mondo fittizio e lo immerge in un’  illusione che appare come realtà, o meglio, viene accettata come realtà, almeno per tutta la durata dello spettacolo.

Tonia Cestari for Backstage Press © Copyright 2013. All Rights Reserved.

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