Sabir. Festival diffuso delle culture mediterranee a Lampedusa

Il Mediterraneo…sono delle strade. Strade per mare e per terra. Collegate. Strade e città. Grandi, piccole. Si tengono tutte per mano. Il Cairo e Marsiglia, Genova e Beirut, Istanbul e Tangeri, Tunisi e Napoli, Barcellona e Alessandria, Palermo e… “.  [Jean-Claude Izzo, Marinai perduti]

sabir2L’isola di Lampedusa, collocata al centro del Mediterraneo tra le coste del Nord Africa e i paesi del sud Europa, è divenuta negli ultimi due decenni un crocevia dell’immigrazione. Ogni anno approdano sull’isola migliaia di persone provenienti da paesi dell’Africa e del Medio Oriente, spesso governati da regimi autoritari o dittatoriali e spesso in guerra.

L’assenza di politiche giuste ed efficaci per l’immigrazione e più in particolare la mancanza di un’idea di accoglienza adeguata agli standard dei diritti umani sanciti a livello internazionale, provoca di frequente tragedie e problemi umanitari e crea tensioni e conflitti politici e sociali. Al tempo stesso, la gestione improvvisata e perennemente emergenziale degli arrivi alimenta il razzismo e le paure costruite strumentalmente negli ultimi anni con la retorica pubblica dell’invasione.

La gestione improvvisata degli arrivi produce inoltre una immagine negativa dell’isola, nonostante la solidarietà mostrata in molte occasioni dagli abitanti. La principale risorsa dell’isola di Lampedusa, il turismo, ha rischiato tante volte in questi anni di essere compromessa, a causa di una politica miope e di un razzismo istituzionale che ha strumentalizzato il ruolo della frontiera italiana più vicina all’Africa.

L’isola di Lampedusa ha una sua vocazione storica, che le discende dalla collocazione geografica e che ha visto, nel corso dei secoli, il passaggio delle grandi civiltà mediterranee. L’essere al centro del Mediterraneo fa dell’isola principale delle Pelagie un luogo di incontro e di scambio di culture, tradizioni e saperi.

A questa tradizione si richiama il titolo del progetto, SABIR: il Sabir, lingua franca del Mediterraneo, fu un idioma pidgin “di servizio” parlato in tutti i porti del Mediterraneo dal Medioevo e fino a tutto il XIX secolo. Uno strumento di comunicazione nel quale confluivano parole di molte delle lingue del mediterraneo. Una lingua ausiliaria che consentiva ai mercanti dell’area di comunicare tra loro.sabir1

Con il Festival internazionale SABIR si intende promuovere un’altra immagine dell’isola – che sia legata ad una nuova idea di cittadinanza mediterranea, frutto di una combinazione virtuosa tra cultura locale e pratiche innovative di accoglienza – una nuova concezione di uguaglianza Mediterranea e dignità condivisa. Si vuole altresì stimolare l’elaborazione di nuove soluzioni normative su scala nazionale ed europea.

L’intendo é di valorizzare il potenziale sociale, economico e culturale dell’isola di Lampedusa e di tutta la regione mediterranea, perseguendo il rafforzamento del suo tradizionale ruolo di ponte tra le due sponde del mare Mediterraneo, per la costruzione di uno spazio più aperto e solidale tra i paesi che vi si affacciano, anche nell’ottica di sostenere i processi di democratizzazione e di partecipazione dal basso.

Attraverso la produzione di un grande evento pubblico, si intende anche intervenire nel dibattito sui temi legati all’immigrazione in Italia, in Europa e nella regione del Maghreb-Mashrek, un dibattito che sia connotato dal protagonismo della società civile, in modo che la riflessione su questa questione centrale possa fungere da volano ad un dibattito su “l’Europa che vogliamo”, “l’Europa dei cittadini”. Il partenariato con la RAI permetterà una diffusione del messaggio veicolato dal Festival su larga scala.

In occasione della Presidenza italiana dell’Unione Europea, il Festival di Lampedusa intende contribuire ad affermare una prospettiva per la quale i paesi europei mediterranei non sono “periferia” del continente, perché il futuro dell’Europa non sta nella omologazione forzata ad un unico modello. Al contrario, una vera integrazione e unità europea potrà realizzarsi solo attraverso la piena valorizzazione delle diversità e delle vocazioni di ciascuna sua regione, in una Europa policentrica e pluri-culturale.

Una forte comunità mediterranea può offrire una vera prospettiva di benessere alle popolazioni dell’Europa del Sud, del Maghreb e del Mashrek e segnare la via di uscita dalla crisi che, sulle due rive, oggi esse vivono. Perché ciò si realizzi, essa deve essere fondata su una relazione paritaria fra le regioni europee, africane e asiatiche che sulle rive dello stesso mare si affacciano, deve essere saldamente ancorata alla dignità, ai diritti e alla democrazia, e ripudiare ogni approccio neo-coloniale.

L’evento di Lampedusa vuole indicare la strada al cambiamento possibile nelle relazioni fra Europa e Africa e dare basi solide all’idea di cittadinanza mediterranea.

Alfonso Papa for Backstage Press © Copyright 2013-14. All Rights Reserved.

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