“Se fossi ancora qui” di Manuel Foresta

StampaE’ in distribuzione il tuo nuovo singolo “Se fossi ancora qui”, di cosa parla e come nasce?

Se fossi ancora qui è una canzone che parla di una storia comune, con delle parole dirette. Diciamo una presa di coscienza di una persona che sente la mancanza di qualcun altro e che sente vergogna nel dirlo. Nel brano lo dice con molta schiettezza ed in alcuni punti con parole crude. Poi è soprattutto un insieme di due realtà importanti, dal punto di vista dei suoni, da un lato vi sono i suoni tradizionali del tango e dall’altro invece il bit elettronico che rielabora i suoni dando al tutto una nuova veste.

“Se fossi ancora qui”, farà parte di un album. Quando potremo ascoltarlo e quali saranno i contenuti?

L’album è work in progress e già da settembre dovrebbe essere pronto, ci piaceva cominciare ad uscire con il primo singolo visto che è quasi tutto in dirittura di arrivo, il brano scelto come singolo contiene tutte le caratteristiche che poi riporteremo nell’album. Quell’audacia dei suoni, anche con delle scelte tradizionali che insieme vanno a combinarsi facendo la colonna portante di tutto l’album.

Oltre allo studio del canto, anche la passione per il teatro. Quando ti sei accorto che la musica avrebbe avuto la meglio e soprattutto il teatro è definitivamente accantonato?

La passione per il teatro non può essere, mai, accantonata perché io ci sono cresciuto grazie a mia madre, che da piccolo mi portava sempre alle prove, perché lei è un’attrice. Ho sempre vissuto il teatro, il dietro le quinte, situazioni che esercitano in me un fascino e mi riportano a tutti i ricordi dell’infanzia.

Adesso sicuramente il canto ha la predominanza, ha sicuramente un peso maggiore, perché attraverso esso mi sento di esprimermi meglio, ma anche il teatro è importante e spesso durante i miei live le due cose viaggiano insieme. Infatti, spesso, cerco di portare un po’ di teatro con me sul palco e spero che possa essere sempre complementare alla musica.

Arrivi al grande pubblico attraverso un Talent, ma allo stesso tempo hai fatto tanta gavetta. Com’è oggi per un giovane entrare nel mondo della musica?Manuel Foresta_1

E’ sicuramente molto difficile, però ci sono le strade e vanno provate. Non bisogna mai arrendersi, non nel significato spicciolo di non arrendersi mai, ma attraverso la politica del fare e del fare le cose che veramente ci piacciono.

Ho provato il Talent, perché pensavo fosse giusto, in quel momento farlo, ma ho cercato fin da subito di non mitizzarmi perché l’errore spesso è quello considerarlo un punto di arrivo. Fin dall’inizio mi sono invece imposto di considerarlo come punto di partenza e da li ho cercato di costruire tassello dopo tassello quello che sarebbe stato il mio percorso artistico.

Hai aperto diversi concerti, di nomi importanti della musica italiana Ayane, Britti, Gualazzi, Molinari, Rubino, cosa hanno rappresentato questi incontri e cosa ti hanno lasciato?

Questi incontri sono stati tutti molto speciali, spesso non ti rendi conto, quanto sei nel vortice di questa esperienza, di quello che ti sta accadendo. Invece, ho avuto la consapevolezza che ogni volta mi ritrovavo in un occasione del genere di quello che mi stava accadendo e me lo sono proprio goduto. Gli incontri sono stati tutti speciali e li porto tutti dentro, perché ognuno di loro mi ha insegnato qualcosa di diverso: Malika mi ha insegnato l’eleganza, Rubino mi ha insegnato ad affrontare delle criticità sul palco, Alex Britti la grande professionalità come musicista oltre che cantante, Simona Molinari mi ha portato nel mondo del suo spettacolo che non si fermava al live di per se ma coinvolgeva il pubblico più di ogni altra cosa; quindi ho cercato nel rapportarmi a loro di essere come una spugna, prendere quello che più mi piaceva di questi artisti, di farlo mio ed esportarlo sul palco quando poi ci sarei ritornato da solo.

Il tuo rapporto con il pubblico?

Un rapporto bello e diretto, chi ha fatto un Talent lo sa. E’ un opportunità che ti da un contatto diretto con il pubblico che poi non ti lascia mai. Io rimango sempre sorpreso dal fatto che le persone mi possano seguire senza nulla pretendere in cambio. Ci sono delle persone che mi hanno conosciuto, alcuni per i live, altri per il Talent o per altre vie e nessuno si è mai tirato indietro dandomi sempre il loro supporto in ogni occasione e questa forse è veramente quella marcia in più che nei momenti di difficoltà mi da quella forza per affrontare il tutto ed andare avanti.

Il sogno nel cassetto di Manuel Foresta?

Sicuramente quello di realizzarmi in questo ambito, perché  alla fine è una gavetta lunga, i risultati sono lenti ad arrivare. Spero di riuscire a vedere questi risultati arrivare ma al tempo stesso conservare il mio modo di essere senza cambiare mai. E’ un augurio che mi faccio, ed anche se può sembrare un utopia per i giovani d’oggi quest’augurio me lo voglio fare.

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