BLEIN, il nuovo gruppo che fa la gavetta

Un gruppo unito sin dall’infanzia, la scoperta casuale e il conseguente contratto. Accolti tra le braccia di grandi esperti della musica italiana, cominciano dal basso, senza scorciatoie televisive. Nascono così, alla vecchia maniera i BLEIN

Ph Giorgia Nofrini
Ph Giorgia Nofrini

La vostra band ha la particolarità di non avere un leader. Quattro cantanti, quattro musicisti, come mai questa scelta?

In realtà non è una scelta, è venuta in maniera spontanea, siamo amici veramente da piccolini, di cui tra l’altro Francesco e Simone sono fratelli, ci unisce una fratellanza infinita. Naturalmente il nostro percorso, la nostra idea di gruppo ci ha portato a formare questo progetto in maniera veramente uguale tra di noi. Conseguentemente diventa anche una scelta positiva a livello –tra virgolette- di novità musicale, comunque potrebbe essere un’arma vincente. Dipende forse anche dal nostro bagaglio musicale, siamo cresciuti con i gruppi rock ove veramente non c’era un leader, tutte le figure erano carismatiche allo stesso livello e ricordate ugualmente dai fans.

E’ da poco uscito il vostro primo album. Come è nato e cosa racconta?

E’ nato innanzitutto dall’esigenza nostra di mettere nero su bianco, la nostra musica, di incidere e poi è nato con il fortunato incontro con Max Marcolini che è il nostro produttore ma è anche il produttore di Zucchero, Alexia, Irene Fornaciari e tantissimi altri. Con lui ci siamo incontrati a giugno del 2013, ci aveva scovato un suo collaboratore su internet. Quindi ci ha scelto ed allo stesso tempo noi siamo stati onorati di poter scegliere lui. E da un lungo lavoro fatto assieme da venticinque pezzi inediti lui ne ha scelto i migliori che sono poi finiti nell’album. L’album in realtà è una raccolta di singoli, ogni canzone è nata a se stante. Abbiamo scelto pezzi che comunque hanno un filo conduttore che è la tematica amorosa, sono tutti legati alla sfera sentimentale ed al nostro rapporto con le donne e collegandoli si poteva creare una storia vera e propria dall’inizio alla fine. In realtà non è stata pensata così, ma nell’ordine in cui li abbiamo messi è venuto fuori ciò.

La vostra musica ricorda un po’ quella dei Modà. Vi rifate a qualche modello in particolare?

Ph Giorgia Nofrini
Ph Giorgia Nofrini

In realtà questo connubio con i Modà è dovuto ad un paio di pezzi ma è una cosa più a livello di sala e di produzione perché comunque loro sono il gruppo di riferimento in Italia in questo momento, quindi è un po’ inevitabile rifarsi agli standard che stanno dettando loro. Come loro al tempo stesso si sono rifatti alle Vibrazioni ai loro albori, poi hanno trovato la loro strada ed hanno percorso la loro strada. Noi vorremmo fare la stessa cosa, in realtà come gruppo già siamo completamente diversi, perché non abbiamo appunto un leader, chi ascolta il nostro album sente già da subito che siamo l’unione di vari suoni. Noi come crescita musicale siamo molto filo esteri, abbiamo ascoltato di tutto. A livello di immaginario ci hanno assimilato anche ai Beatels, ma più che altro come impostazione di gruppo.

Quali sono i prossimi impegni? Ci sarà un tour?

Attualmente siamo alle prese con la promozione del disco in tutto e per tutto. In più inizieremo a proporlo live, iniziamo proprio il 4 aprile a Ciampino a Roma con Dodi Battaglia, che è una persona che abbiamo incontrato già in passato, presenteremo quindi per la prima volta interamente l’album live. Dopo di che ci saranno varie date e speriamo di toccare tante città in una tournée estiva e non primaverile.

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