Un 2014 pieno di soddisfazioni: Sanremo, Che tempo che fa, la vittoria arrivata qualche giorno fa agli MTV Awards nella categoria “Best new generation” e tra qualche giorno l’apertura del concerto dei Negramaro a Pistoia. Un tuo commento alla vittoria a MTV Awards e se ti aspettavi tutto ciò?
La vittoria agli MTV Awards è stata molto bella, perché è stata una vittoria voluta dal pubblico con tanta gente che mi ha votato. L’affetto che mi circonda in questo periodo, le persone che mi scrivono, che mi seguono ai concerti sono le cose a cui tenevo di più.
Poi ovviamente con un primo disco, vincere già un premio così importante, un MTV Awards è già una cosa molto bella che non è capitata a tanti. Mi sento molto felice ed onorato di questo riconoscimento.
Si è un periodo in cui mi succedono tante cose belle e speriamo di continuare così a lungo, adesso anche l’apertura del live dei Negramaro al Pistoia Blues, ma poi tante cose belle che accadranno durante questa estate; sarò anche live ripercorrendo un po’ quelli che sono stati i miei ascolti alle origini a Fiesole il 14 luglio faremo una cosa molto particolare e cioè, risuoneremo dall’inizio alla fine il disco dei Radiohead “Ok Computer”. Una serata, davvero speciale per me con un disco che ho amato tantissimo.
Sei attualmente in giro con “E forse sono pazzo tour”, come vivi il rapporto con il palco?
Il palco è la cosa che più mi tiene ancorato con i piedi per terra, nel senso che è la cosa che ho sempre fatto ed ho sempre cercato con molta forza e volontà. Anche quando è arrivata la possibilità di fare il festival, ho pensato subito a questa cosa qua, che da li poi sarebbe stato più facile girare l’Italia. La vivo come un momento speciale d’incontro e di scambio con il pubblico che mi viene ad ascoltare; è un confronto che mi aiuta a crescere ed a maturare.
Anche i brani che poi sono finiti in questo primo disco, sono tutti brani che precedentemente avevo suonato dal vivo – eccetto Babilonia – e che sono anche migliorati nei vari live. Anche per il disco futuro, mi piacerebbe cominciare già suonare qualcosa dal vivo adesso, come una sorta di prova per capire qual è l’impatto.
E forse sono pazzo, parte da un negozio di dischi di Orvieto, subito dopo lo hai presentato all’Angelo Mai Altrove di Roma; due facce di un’Italia poco attenta alla cultura ed alla musica. Credi si possa ritrovare la spinta e l’entusiasmo per ovviare a tali situazioni paradossali?
Lo spero, a volte basta guardare altrove, nel senso che se ci lasciamo indicare il luogo in cui guardare da determinati mass-media o da determinate trasmissioni televisive, o ancora da ascolti radiofonici che molto spesso sono veramente molto poco attenti alle novità culturali che ci sono in questo paese, allora credo ci siano grosse difficoltà.
L’importante è non perdere la curiosità, girando ci sono tante piccole realtà che meritano davvero la nostra attenzione. Sono realtà in cui si può vivere serenamente, una propria identità artistica in cui si può proprio nutrire di cultura ed arte e l’Angelo Mai era uno di questi posti. Adesso tra mille difficoltà sta riprendendo, per fortuna, anche a ripensare ad una programmazione artistica e sono felice per questo. La foto di E forse sono pazzo è scattata davanti ad un negozio di musica a Orvieto chiuso per cessata attività, mi hanno detto che ultimamente non c’è più neanche l’insegna. Mi dispiace tantissimo, mi piacerebbe trovarla e portarmela a casa. Quello è un altro segno, la difficoltà della cultura in questo paese e probabilmente anche perché chi governa in questo paese l’ha messa in secondo piano, speriamo che in futuro le cose cambino. Dobbiamo richiederlo anche noi, facendo ascoltare la nostra voce e perché no partecipando più attivamente anche alla vita politica di questo paese, credo che sia una cosa fondamentale per il nostro futuro, dei nostri figli, delle persone che da noi si aspettano un miglioramento. Credo dipenda proprio da quello che faremo e dalle decisioni che prenderemo in questo periodo storico.
In più di un’occasione hai dichiarato che sei aperto a collaborazioni. Per rompere il ghiaccio, con chi ti piacerebbe collaborare?
Mi piacerebbe non porre dei limiti, magari una collaborazione con qualche artista italiano del passato, mi piacerebbe molto, un nome su tutti Mina. E’ un’artista che ho ascoltato tantissimo, che mi piace moto e credo che abbia anche una certa attitudine con il rock and roll, innata dentro.
Poi anche con artisti molto distanti da me, non saprei dire dei nomi, però anche generi diversi. Non pongo nessun limite, semplicemente qualora dovesse arrivare qualche richiesta o proposta andrei ad ascoltare per capire se può essere qualcosa in cui possa trovarmi bene ed esprimere me stesso con una certa incisività.
Come è cambiato Diodato, dopo il festival di Sanremo?
No, decisamente credo di non essere cambiato. Sono sicuramente più impegnato ed è una cosa importante, ci tenevo appunto a girare con la band, è arrivata anche questa avventura a “Che tempo che fa”, che sicuramente è partita un po’ dal fatto che io abbia fatto Sanremo ed è da li che poi Fazio mi ha scelto per chiudere le puntate della sua trasmissione, con una specie di format che mi ero inventato prima del festival di Sanremo.
E’ un bel periodo anche per questo, perché non sono cambiato affatto ed anche le persone che mi sono accanto, che girano con me, che erano con me nei momenti difficili anche in questi momenti così belli dimostrano tanta spontaneità e naturalezza.
Alfonso Papa for Backstage Press © Copyright 2013-14. All Rights Reserved.