Giulia Mazzoni. Giocando con i bottoni, tra magia e realtà.

ph: Alessio Pizzicannella
ph: Alessio Pizzicannella

Come nasce Giulia Mazzoni pianista?

Nasce per caso, molti anni fa. Per caso perché non provengo da una famiglia di musicisti, quindi non avevo neanche il pianoforte a casa. L’ho scoperto nelle aule delle scuole elementari. Durante una ricreazione avvertii un suono ed era il suono di un pianoforte. In quest’aula dove stavano provando poi ho trascorso la maggior parte del mio tempo.

Successivamente ho cominciato a studiare musica, prima alla scuola di musica Verdi di Prato la mia città e poi al conservatorio Verdi di Milano. E da li è cominciato il mio percorso artistico fino a quando non ho pubblicato il primo disco “Giocando con i bottoni” che è uscito a giugno.

Giocando con i bottoni, il tuo album di esordio. Come prende forma e soprattutto il risultato è quello che immaginavi?

E’ un album caratterizzato da quattordici tracce per pianoforte e racconta diverse storie. Si è come lo immaginavo, nel senso che sono contenta per come è stato realizzato in quanto rappresenta quello che volevo raccontare. Da questo punto di vista sono molto soddisfatta, ovviamente è l’inizio di un percorso ma sono molto felice e rappresenterà sicuramente la spinta ed il punto di partenza per continuare a fare meglio.

Il brano “Giocando con i bottoni” arriva dal ricordo di un gioco che facevi da bambina. Ci racconti la magia di quel gioco e riportandola ad oggi la magia nascosta dietro i tasti di un pianoforte?

All’età di due anni amavo sedermi in questa cesta di vimini, a casa di mia nonna, e giocavo con questi bottoni colorati. Li raccoglievo, li univo per forma, per colore, inventavo delle storie. Mi divertivo moltissimo con questi oggetti semplici, mi emozionavo. Ho avuto poi la stessa emozione quando ho toccato i tasti del pianoforte ed oggi sono proprio questi tasti i miei bottoni. Il simbolo dei bottoni è un pò l’emozionarsi per le piccole cose che trovavamo da bambini e che spesso da adulti dimentichiamo, l’emozione per la semplicità.

ph: Alessio Pizzicannella
ph: Alessio Pizzicannella

Oggi siamo spesso distratti dai problemi della crisi che ci distraggono dal vero senso delle cose. “Apri gli occhi” è un invito a non perdere la capacità di emozionarsi. Ce ne parli?

Questo brano nasce proprio dal periodo che stiamo vivendo, un periodo difficile che sicuramente lascia poco spazio al sogno, soprattutto per noi giovani. Però non dobbiamo smettere di aprire gli occhi verso la vita e verso la bellezza che ci circonda. Apri gli occhi è un invito a non tenere gli occhi chiusi ma a continuare a guardare oltre la finestra, sognare e sperare che le cose possano cambiare.

Sei molto attenta anche al tema della violenza sulle donne, “Piccola luce” ne è un esempio, anche col video che lo accompagna.

E’ un brano che ho scritto appunto partendo dall’idea delle luci e delle ombre della vita. Tutti possiamo avere delle difficoltà, però c’è sempre una piccola luce in fondo a questo tunnel che ci da la speranza di ricominciare. E’ stato poi realizzato, con il regista Federico Monti, un videoclip partendo da questa idea e legandolo ad una sceneggiatura molto particolare che riguarda la violenza sulle donne. Ho interpretato nel video una giovane ragazza che riesce a scappare da una situazione di violenza  e sfruttamento raggiungendo la sua piccola luce riabbracciando la propria famiglia. Sono stata ovviamente felice di poter portare avanti questo progetto perché veniva affrontato un tema al quale sono sensibile come ragazza e donna. Bellissimo il video, al di la della musica, perché è stato realizzato con una tecnica molto particolare, la tecnica del cinemagraph che consiste in una serie di immagini con alcuni particolari in movimento. Questo video è bello dal punto di vista tecnico e dal punto di vista del contenuto.

Cosa cambieresti del mondo musicale e discografico di oggi?

Non è facile inserirsi nel mondo musicale ma, penso, come in ogni settore oggi. E’ difficile per chi prova a pubblicare un album di musica pop, un album di altro genere ed è ancora più difficile per qualcuno che prova a lavorare in un settore ancora più di nicchia come può essere la musica strumentale. Questo però per me non è mai stato un freno anzi le difficoltà mi hanno sempre dato maggior grinta e maggior voglia di fare. E’ difficile ma non mi piango addosso. In questo modo ogni piccola soddisfazione è una grande soddisfazione, partire da questo per fare sempre di più.

Quali sono i prossimi impegni ed i progetti futuri?

Ci sarà il Ravello Festival, l’11 luglio ed in contemporanea tanti concerti, le date si possono trovare sul sito www.giuliamazzoni.com oppure sulla pagina facebook Giulia Mazzoni Official

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